LA LA LAND
Un
musical romantico e nostalgico
indimenticabile
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Per tutti i sognatori
Mia(Emma Stone) è un’aspirante attrice che si mantiene
lavorando in un bar mentre cerca di sfondare a Hollywood. Un giorno
conosce Sebastian (Ryan Gosling,)un pianista Jazz che si guadagna da vivere
suonando nei bar mentre vorrebbe aprire un suo locale. I due si innamorano
e condividono le loro passioni cercando il successo che tanto desiderano.7
Golden Globe per questo musical diretto da un brillante Damien Chazelle Il
regista, appena 32ennne, è un batterista appassionato di Jazz e questa sua
predilezione musicale è stata anche al centro dei suoi lavori precedenti
("Whiplash" e "Madeline on a Park Bench") .La colonna
sonora è di Justin Hurwitz, amico di Chazelle dai tempi del College. I testi
son stati scritti da Benj Pasek e Justin Paul tranne la canzone cantata e
scritta da John Legend : “Start a fire”. La musica è orecchiabile, emozionante,
allegra; di quel genere che non smetteresti mai di ascoltare. Trasmette la
devozione e la passione di chi l’ha scritta.Il
musical per un attore è un banco di prova dove chi ha veramente talento
dimostra le sue doti complete di artista e qui, i due protagonisti,
hanno dato prova di essere degni professionisti. Ryan Gosling, per interpretare il musicista Sebastian, ha
imparato veramente a suonare il piano senza ricorrere a controfigure.
Emma Stone, alias Mia, è espressiva e brava. Finalmente un' attrice acqua
e sapone che viene premiata per la sua creatività artistica e si distingue tra
tante anonime facce chirurgicamente perfette. I due se la cavano veramente bene
nel ballo e nel canto pur non essendo ballerini o cantanti.Tante le citazioni di vecchi film da “Gioventù bruciata”
alle scene di tip tap che ricordano Fred Astaire.La pellicola trasmette la nostalgia della Hollywood dei tempi d’oro in cui il musical era
all’ordine del giorno .L’equilibrio tra musica e recitazione funziona
e schiva il rischio di esagerare con le parti cantate . I flashback
e la divisione delle scene sono un po’ rétro ma non annoiano mai. Le scenografie
sono colorate e allegre, molto anni 80. Insomma il film è pieno di
riferimenti temporali ma riadattati in chiave innovativa e moderna. La trama
dei due artisti squattrinati che cercano di realizzare le loro aspirazioni è
un clichè ma il regista evita la banalità del tema con un finale non
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.La storia di due sognatori che cercano di fare carriera, di inseguire le loro passioni, recitazione e musica Jazz ,che qui si fondono in un film romantico, emozionante e indimenticabile.
Una visione che entra nel cuore e nella mente del pubblico, uno spettacolo brillante che trasmette tutta la magia del grande schermo.
STAR WARS IL RISVEGLIO DELLA FORZA
La saga di George Lucas ritorna sul grande schermo con una nostalgica rimpatriata di tutti i personaggi della prima trilogia dopo 37 anni
Per tutti gli appassionati della saga che sono cresciuti a suon di spade laser e aspettano da anni di sapere che fine hanno fatto Luke, la principessa Leila e la filosofia jedi
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Sono passati ben 37 anni dall’inizio di questa
fortunata saga. Nell’ormai lontano 1977,
infatti, Lucas scrisse i primi episodi
di “Guerre stellari” creando un nuovo genere fantascientifico per allora; non
più scenari freddi e lontani (come per esempio “2001 odissea nello spazio”) ma
un nuovo mondo, “una fantascienza fiabesca” con principesse,jedi e regni
lontani. Un mix nuovo e geniale che ha fatto vincere alla prima
trilogia(episodio IV, V, VI) ben 6 oscar e un incasso da record di 307 milioni
di dollari al botteghino. Dopo l’uscita, qualche anno fa, del prequel (episodi 1, 2, 3 deludenti perché,
anche se collegati, troppo lontani dagli episodi degli anni 80) JJ Abrams
riporta sullo schermo Star Wars episodio
VII .
Il film è prodotto dalla Disney che, dal 2012, ha acquistato la Lucasfilm
e la sceneggiatura è di Lawrence Kasdan.Gli studios hanno in programma un terzo trittico con episodi che usciranno ad anni alterni.
L’idea
vincente del “Risveglio della forza” è stata quella di inserire nel cast i
volti storici e amati dal pubblico come Harrison Ford (Han Solo), Carrie Fisher(principessa Leila), Mark Hamill (Luke Skywalker), Peter Mayhew(Cewbacca) ed Anthony Daniels (C-3BO) invecchiati e segnati dal tempo . L’unico a mancare all'appello è Mark Hamil, il perfido Darth Vader, il villain per eccellenza, a prenderne il posto c’ è un nuovo cattivo mascherato Kylo Ren ( Adam Driver).In una saga di successo i
personaggi sono legati ai volti degli attori rimasti impressi nella
mente dei tanti fan e "nerd" seguaci che in questi anni di attesa si sono chiesti che fino hanno fatto i loro miti. Il
regista ha risposto a questa domanda e ha riportato sullo schermo la stessa
guerra stellari ,senza cambiarla solo invecchiata di 30 anni. Ha affiancato ai vecchi eroi
nuovi protagonisti come Daisy Ridley (la solitaria Rey) e Joh Boyega
(Finn). Attori poco noti e scritturati
proprio per questo motivo come fece Lucas nell’originaria saga (allora Harrison
Ford non aveva ancora spiccato il volo come celebrità)Inoltre JJ Abrams ha
introdotto un nuovo droide: BB-8
azionato da due marionettisti presenti sul set. Un mix ben studiato per
un sequel. La storia di fondo è sempre
la scontata guerra tra bene e male e
molte scene sono state girate nel deserto del Marocco come nei precedenti
episodi per creare un’ ambientazione il più possibile reale.
Un film che “cavalca l’onda” del successo della
pluripremiata saga, senza grande fantasia ma con genialità e astuzia. "Il risveglio della forza", un titolo azzeccato, il ritorno di una dormiente “Star wars”, una
nostalgica rimpatriata che segue le orme dei precedenti episodi ma che ha perso
l’originale sentimento e passione.
HUNGER GAMES IL CANTO DELLA RIVOLTA PARTE
I°
Il terzo capitolo della saga segna
l’inizio della guerra contro Panem fatta
di strategie militari e sottili astuzie psicologiche
Per tutti quelli che vogliono vedere
Katniss nei panni di leader e sponsor della rivolta
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Il film è diretto dallo stesso regista de “la
ragazza di fuoco”: Francis Lawrence. Il romanzo di Suzanne Collins è stato
diviso in due parti ( come tante altre saghe teen di successo, per esempio
“Twilight”) e per vedere l’epilogo finale dovremo aspettare novembre 2015. Nel
cast, oltre all’ormai celebre volto serioso di Jennifer Lawrence (Katniss), di
Liam Hemsworth (Gale) e Kosh Hutcherson (Peeta), troviamo Julianne Moore nei
panni di Alma Coin e la regista Cressida (Natalie Dormer di “Il trono di
spade”). Una ragazza che aiuta la causa
girando video promozionali su Katniss che incitino la rivolta. Lo stratega
Plutarch Heavensbee è interpretato dal compianto Philip Seymour Hoffman deceduto al termine delle riprese. Questo è
l’ultimo film che il brillante attore è riuscito a interpretare e questo triste
episodio, rendono , se possibile, ancora più cupa l’atmosfera di questo
episodio . Nella colonna sonora troviamo
tristi e angoscianti canti corali, grida disperate di speranza e
ribellione. Non c’ è spazio per l’amore, l’unico sentimento è la vendetta contro la persecuzione atroce del presidente
Snow. Ilfilm offre importanti spunti di riflessioe, un messaggio più ampio contro la schiavitù e tutte le guerre.
Il primo
Hunger games senza hunger games. Alla fine dei giochi si avvicina la
resa dei conti, Katniss guida i distretti in una guerra mediatica e
psicologica.
MALEFICENT
La storia di uno dei villain delle fiabe
più temuti. Una rivisitazione Disney moderna e innovativa della “Bella
addormentata” che rivela un’inaspettata
duplice personalità del personaggio di Malefica, una strega dark ferita nell’animo combattuta dall’eterna
lotta tra bene e male
La piccola Malefica è una fata buona che vive nella
Brughiera, un bosco incantato confinante con il regno
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Film prodotto dalla Disney e diretto da Robert
Stromberg. Per il famoso scenografo, premio oscar per “Alice in wonderland” e “Avatar”, questa è
la prima prova da regista ed è veramente
un esordio di successo. Stromberg, infatti,
è stato scelto per un ruolo in
cui erano in lizza nomi importanti come Tim Burton e David Yates. La pellicola
è una
rivisitazione del celebre classico animato del 1959 “la bella
addormentata nel bosco” tratto dalla fiaba di Charles Perrault. L’iconografia e
l’aspetto di Malefica e dei personaggi principali (a parte i diversi nomi dati
alle fatine: Giuggiola, Fiorina e Verdelia) è molto fedele all’immagine
originale ma la storia è del tutto nuova. Una trama in cui non è così scontato
e netto il confine tra bene e male, in cui si cerca di andare oltre l’aspetto
dark di Malefica.
Angelina Jolie interpreta il ruolo della
protagonista. Ha accettato con gioia questa parte ed in un’intervista, ha dichiarato che la
cattiva per eccellenza l’aveva sempre incuriosita. D’altronde chi meglio di lei,
con un passato da sexy e maledetta ed un presente da madre amorevole, poteva
avere questa parte caratterizzata da un cupo dualismo. L’attrice si muove con grazia ed eleganza, la
contraddistingue un passo delicato e sinuoso, una lentezza nei gesti e nei
movimenti che inquietano e affascinano. Ad occuparsi del suo look è stata la
costumista Anne B.Shepard e il make- up artist Rick Backer(vincitore di ben 7 oscar).
Il risultato è una strega sexy e
misteriosa dai magnetici occhi verdi con
lunghe corna nere ed una pesante tunica, una creatura quasi mitologica accompagnata
dall’immancabile fedele amico corvo.
L’aspetto di Angelina sul set era così rassomigliante alla cattiva
animata da spaventare tutti i bambini. L’unica a non temerla è stata la figlia Vivienne (era sul set
con il suo gemello Maddox) che compare in una breve scena in cui impersona Auora da
piccola.La principessa 16enne ha invece il volto di Elle Fanning (sorella
minore della celebre Dakota , ex bambina prodigio).
Degna di nota è la scenografia della Brughiera:
un meraviglioso paesaggio bucolico abitato
da creature fantastiche, un mondo fantasy realizzato in modo impeccabile con le
più avanzate tecnologie del digitale.
Nella colonna sonora va ricordata la canzone “once upon a dream” trasformata in una nenia cupa e malinconica
cantata dall’inconfondibile potente voce di Lana del Rey (resa celebre per aver
dato voce ad alcuni pezzi del “soundtrack” del “Grande Gatsby”).
Durante le riprese ci sono stati un po’ di ritardi e alcune scene sono state girate più
volte protraendo la produzione più a lungo (forse per la stessa “maledizione”
che nel 1959 portò a un flop al botteghino della “Bella addormentata”) ma alla
fine il risultato è veramente soddisfacente.
Un “remake” originale e atipico. Un fantasy dark e
profondo che, senza abbandonare la magia tipica della fiaba Disney, riscrive la storia di Malefica indagando e
svelando l’umanità nascosta e conflitti interiori della Signora del male.
SAVING MR BANKS
La zuccherosa storia della
difficile realizzazione di “Mary
Poppins”, di come (dopo anni di battaglie
tra Walt Disney e la scrittrice Pamela Travers) la tata più famosa del
mondo prese il volo dalle pagine di un
libro per bambini e arrivò, finalmente, sul grande schermo
Per tutti quelli che vogliono conoscere il vero significato e l’origine della tata più famosa del mondo e non disdegnano i sentimentalismi
Per tutti quelli che vogliono conoscere il vero significato e l’origine della tata più famosa del mondo e non disdegnano i sentimentalismi
Pamela Lyndon Travers è una scrittrice, autrice del libro
“Mary Poppins”. Per vent’anni Walt Disney tenta di
convincerla a cedergli i
diritti cinematografici per realizzare un
musical dal suo testo ma la cocciuta signora si è sempre rifiutata di
condividere con il grande schermo la sua più cara creatura. Finchè nel
1961, la Travers, trovandosi al verde,
decide di dare ascolto al suo editore, Mr .Russell e vola a Los Angeles per
incontrare Disney. Negli studios l’accolgono con grande entusiasmo ma la gelida
donna non si lascia contagiare dal solare
clima californiano. Pretende di seguire lei stessa ogni fase dello script e,
con pignoleria maniacale, passa in rassegna ogni singola proposta criticandola e bocciandola. Mentre si dedica
al progetto nella sua mente riaffiorano
i ricordi della sua infanzia in Australia: i problemi di alcolismo del padre
banchiere, l’assenza della madre e l’arrivo di una zia che avrebbe dovuto
sistemare tutto e salvare suo padre proprio come Mary Poppins viene in soccorso
di Mr Banks.
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Film prodotto da Walt Disney e diretto da John Lee Hancok.
Ha avuto un’unica nomination agli oscar per la colonna sonora di Thomas Newman.
Il regista celebra i
50 anni della realizzazione di Mary Poppins
raccontando, con grande dovizia di particolari, l’origine del capolavoro, dalla promessa che
Walt fece alle sue figlie all’incontro con la Travers che è la vera e
indiscussa protagonista della pellicola. Quest’ultima pretendeva che in ogni
fase di lavorazione fossero registrate le sue correzioni e i suoi consigli a
sceneggiatori e musicisti. Questo si è rivelato un documento fondamentale per
la realizzazione della pellicola. La Travers
è interpretata da Emma Thompson con grande professionalità e bravura.
L’attrice (già vincitrice di 2 premi oscar)
non ha voluto parrucche ma ha preferito una permanente reale per
risultare più somigliante alla scrittrice.
Con grande espressività trasmette il graduale cambiamento del suo
personaggio che rivela le sue debolezze e il motivo del suo grande attaccamento
a Mary Poppins solo alla fine quando abbandona per un attimo l’immagine di acida
zitella e lascia andare le sue emozioni legate ai ricordi d’infanzia. Walt
Disney ha il volto di un altro attore di successo: Tom Hanks. In lui si può rivedere, sotto i simpatici
baffi, il sorriso rassicurante del fondatore di Disneyland. Walt e Pamela sono due personaggi
all’apparenza opposti: affabile e ilare il primo, cupa e scorbutica la seconda
ma, come verrà svelato nel film, sono accomunati da un’infanzia difficile che
li ha portati a rifugiarsi nel mondo della fantasia.
Nel cast tra gli attori famosi va ricordato Colin Farrel che
è il padre di Pamela nei flashback in cui viene raccontata la sua vita.
La colonna sonora è un mix tra ritornelli nuovi, sdolcinati
e le canzoni originali del classico.Per questo per le musiche ha collaborato
Richard Sherman, uno dei due musicisti di Mary Poppins che vinsero l’oscar per
“Cam Camini”.
Una pellicola commuovente e nostalgica. Un film dentro un
film di ricordi e rimpianti che racconta
l’allegoria nascosta dietro il
personaggio di Mary Poppins: un simbolo di salvezza e speranza per Mr Banks , un papà che,chiuso nel suo egoismo, trascura i suoi figli. Un esempio di come,
spesso, i rassicuranti personaggi dell’immaginazione nascondono significati più
profondi dietro la loro frivola
apparenza.
THE WOLF OF WALL STREET
DI CAPRIO E SCORSESE ANCORA INSIEME PER UN BIOPIC
SBOCCATO E SENZA CENSURE CHE SVELA TUTTI
I SEGRETI DELLA CARRIERA DI UN VOLPONE
DELLA FINANZA ASTUTO E SENZA SCRUPOLI
PER TUTTI QUELLI CHE NON SI SCANDALIZZANO FACILMENTE E
SONO CURIOSO DI CONOSCERE LA VERA VITA
DEL BROKER JORDAN BELFORT
La
storia racconta la straordinaria carriera di Jordan Belfort nel mondo della
finanza. Belfort comincia
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Film
diretto da Martin Scorsese, prodotto e interpretato da Leonardo Di
Caprio. I due sono un’accoppiata vincente, questa è la quinta pellicola in cui
collaborano dimostrando un grande feeling professionale, d'altronde non è inusuale a Hollywood che lo
stesso regista e lo stesso attore lavorino insieme a più progetti (si
pensi per esempio, a Jhonny Depp e Tim Burton).E’ stato lo stesso Di Caprio,
dopo aver letto il libro auotobiografico di Belfort, ad avere l’idea di farne
un film e a proporlo a Scorsese. Il regista ha accettato la sfida del suo pupillo
e nonostante la censura degli studios, non ha voluto ammorbidire o tagliare la
sceneggiatura di Terence Willer.
Scorsese ha voluto mostrare tutti
gli aspetti, i segreti più torbidi e sconci della Stratton Okmont e della vita
privata del suo fondatore. Raccontare, con dovizia di particolari, un episodio degli anni 90 così eclatante di avidità e corruzione a Wall
Street in questi periodi di crisi, è stata una mossa azzardata e coraggiosa ma
vincente. Infatti “The wolf of wall
street “ si è aggiudicato ben tre nomination agli imminenti oscar di Marzo tra
cui quella di miglior film e di miglior attore protagonista per Di Caprio.
L’attore, per immedesimarsi nella parte, ha incontrato il vero Jordan Belfort in
persona che ora, dopo aver scontato la sua pena, tiene corsi di business
motivazionale e scrive libri. La sua interpretazione è veramente degna di nota, in modo camaleontico riesce a passare dai panni dell’uomo d’affari, all’apparenza serio e professionale, a quelli del drogato folle e senza inibizioni. Negli ultimi anni Leo si è impegnato in altri parti impegnative in cui ha dato prova del
suo talento ma l’ambita statuetta dorata
non è mai arrivata nonostante abbia lavorato instancabilmente in film
pluripremiati e in lizza per il premio dorato dai tempi in cui era un ragazzino
acerbo a bordo del Titanic. Chissà se quest’anno, per i suoi 40 anni
riceverà l’oscar, staremo a vedere.
Nel cast
di "the Wolf of Wall street" troviamo anche, ad interpretare una piccola parte, uno
scarno Matthew Mc Conaughey (dimagrito
per motivi di copione per il film “Dallas Buyer Club in cui è un malato di
aids). Mentre Jonah Hill è in nomination
come miglior attore non protagonista per
aver impersonato
Donnie Azoff ,il braccio destro di Belfort.
Un
film autobiografico che denuncia una
scomoda verità di una vita di eccessi tra sesso droga, lusso e corruzione. Tutti i peccati , le
tentazioni più torbide e perverse del
Dio denaro raccontate dal Satana di Wall
Street.
LO HOBBIT LA DESOLAZIONE DI SMAUG
Il secondo capitolo della “trilogia hobbit” creata da
Samuel Jackson, una nuova avventura epica con personaggi inediti che non
compaiono nella storia originale ma danno al racconto un’ affascinante
atmosfera mitica e fiabesca
Per tutti quelli che hanno visto
“Un viaggio inaspettato” e hanno atteso con impazienza un anno per
conoscerne il seguito
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Continua il cammino di Bilbo
Baggins e dei 12 nani capitanati da
Thorin Scudodiquercia. Ad intralciare la loro missione compaiono per la prima
volta Legolas e l’elfo silvano Tauriel oltre a ragni giganti e uomini orso. I
coraggiosi avventurieri riescono però,
grazie all’aiuto di Bard, un abile arciere che avrà un ruolo chiave nella vicenda, ad arrivare a Pontelagolungo alle pendici del monte dove riposa il drago
Smaug. Gandalf, nel frattempo, ha lasciato il gruppo per affrontare altri
insidiosi pericoli da solo. Thorin Scudodiquercia decide di non aspettare il
ritorno dello stregone e si attiene ai piani mandando Bilbo a recuperare
l’arkengemma nella tana del drago.
Secondo film tratto dal romanzo di Tolkien “lo hobbit” e
diretto da Samuel Jakson.
Il regista, ormai affezionato ai
paesaggi della terra di mezzo (ha diretto anche il “Signore degli anelli”), si
è recato con la troupe a Wellington in
Nuova Zelanda, ambientazione ormai
consueta per la trasposizione
cinematografica dei classici di Tolkien tanto che, ironicamente, la cittadina
viene soprannominato “Welliwood". Del resto i paesaggi mozzafiato e
incontaminati di questa regione sono perfetti per dare veridicità a un fantasy. In questo secondo capitolo Jackson e
la sceneggiatrice, Philippa Boyens, si sono un po’ discostati dal testo originale arricchendelo di nuovi
personaggi come Legolas ( chi ha visto “Il signore degli anelli lo
ricorderà),interpretato da Orlando Bloom e l’elfo silvano Tauriel (Evangeline
Lily, già vista in Lost) coinvolta in un
imbarazzante triangolo amoroso con un nano.
Questa “libera licenza artistica”
però non deve scoraggiare i Tolkeniani più convinti perché la storia di base non viene sconvolta, solo
arricchita di vicende e intrecci per esigenze di trasposizione
cinematografica. Il racconto diventa
così dinamico, avvincente con ritmi più coinvolgenti di “Un viaggio
inaspettato”.
Nella “desolazione di Smaug”
compaiono anche figure fondamentali (presenti nel libro) come Bard ,
l’arciere dall’arco di tasso e le frecce nere interpretato da Luke Evans.
Un padre single di tre figli, un po’ burbero
che lascia intendere il suo ruolo fondamentale nel destino dell’impresa che si
verdà nel prossimo film. Beorn, una
specie di “uomo-orso” dalla barba folta e la criniera leonina che aiuterà Bilbo
e i nani. Il controverso Thranduil(Lee Pace), re degli elfi del bosco Atro e
padre di Legolas. Infine il misterioso Smaug che nella versione italiana è doppiato in modo magistrale da Luca Ward.
Immancabili naturalmente Bilbo
(Martin Freeman) e Gandalf (Ian McKellen).
La seconda parte del viaggio dello
Hobbit, un percorso cupo tra stereotipi
mitologici (il drago Smaug) e figure
fiabesche (Elfi). Un racconto fantasy, uno spettacolo fantastico che ricorda una favola della buonanotte, con
un finale incompiuto che lascia tutti gli spettatori con gli occhi
sbarrati, con il desiderio di sapere
come andrà a finire.
HUNGER GAMES LA RAGAZZA DI FUOCO
IL PREMIO OSCAR JENNIFER LAWRENCE E’ DI NUOVO IN GIOCO IN UN’ALTRA CRUENTA PARTITA SURREALE
CONTRO LA MORTE E LA SOTTOMISSIONE DEI DISTRETTI DI PANEM
PER TUTTI QUELLI CHE HANNO VISTO IL PRIMO
FILM “HUNGER GAMES” O HANNO LETTO I
LIBRI DI SUZANNE COLLINS
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Secondo capitolo della saga tratta dai best
sellers del “Panem et Circensens”(una citazione che
l’autrice ha tratto da Giovenale da cui deriva l’etimologia di Panem , il luogo
dove è ambientata la vicenda) di Suzanne Collins.
In questo film Francis Lawrence ha ottenuto la regia
dopo il no di Gary Ross( regista del prequel).
In questa versione c’ è una maggiore attenzione agli effetti speciali e
all’aspetto visivo con un risultato futuristico e visionari( lo stesso Lawrence ha infatti detto: "I thought we could grow visually"). Capitol City
appare in tutto il suo sgargiante e opulento splendore, capitale degli eccessi
e del colore. Si contrappone al grigiore
e alla semplicità disarmante dei distretti in cui regnano la miseria e la
povertà. Inoltre qui risulta ancora più
evidente, rispetto al primo episodio,
l’aspetto illusorio e i sorprendenti effetti speciali dell’arena degli Hunger
Games , un vero e proprio mondo
ricostruito dentro un altro mondo in cui realtà e finzione si incontrano.
Nel cast, protagonista indiscussa, è il premio oscar
Jennifer Lawrence . L’attrice dallo sguardo serio che difficilmente si lascia
andare a sorrisi è Katniss eroina tenace e determinata . Un’abile arciere che
al pari di Robin Hood, mentre lotta per sopravvivere, si ribella alle regole e cerca
di difendere i più poveri. Un ruolo
impegnativo, Katniss, infatti, è un idolo delle ragazzine ed è stata
citata dal Time in una classifica di 100
personaggi di fantasia più influenti di sempre.
La Lawrence per la parte ha preso
lezioni di tiro con l’arco e si è dovuta sottoporre a un rigido allenamento in
palestra. Ritorna anche in questo
episodio l’eccentrica Effie Trinket,
accompagnatrice ufficiale dei tributi del distretto 12 interpretata da
Elizabeth Banks.
E’ sempre caratterizzata da uno stile unico e
sgargiante, veste alcuni abiti dello stilista McQueen e sfoggia parrucche dai
colori pastello. E’ però meno frivola e insensibile, è cambiata ed ha un atteggiamento quasi
materno nei confronti di Katniss.
Confermati anche Stanley Tucci come Fickermann,
presentatore degli Hunger Games e Josh Hutcherson(Peeta). Mentre il nuovo braccio
destro del presidente Snow (Donald Shuterland) è Philip Seymour Hoffman che interpreta
Plutarch Heavensbee.
E’ stato annunciato in anteprima che Il terzo e
ultimo libro “Il canto della rivolta” verrà diviso in due film che usciranno,
rispettivamente, novembre 2014 e 2015.
Una pellicola simbolica e ricca di colpi di scena.
Katniss, come la ghiandaia imitatrice, il suo portafortuna, spalanca le ali di
fuoco e combatte con coraggio per dare speranza e libertà.
THOR THE DARK WORLD
IL Dio del tuono ritorna a difendere Asgard, a fianco del fratellastro Loki, dalla minaccia degli Elfi oscuri
Per tutti quelli che hanno visto "Thor" e "The Avengers" e sono appassionati dei fumetti Marvel
Thor è finalmente tornato ad Asgard ed è impegnato a
combattere per salvare i nove regni da antichi nemici.
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Il film è stato diretto da Alan Taylor, un regista
proveniente da serie tv di successo come “Il trono di spade”. Taylor si è
sostituito a Kenneth Branagh, regista del primo Thor e rispetto alla precedente
pellicola, ha puntato maggiormente l' attenzione sul realismo della dimensione
fantasy ed epica della vicenda senza tralasciare il fil rouge del rapporto
conflittuale di amore-odio tra fratelli (Loki e Thor). Per gli elfi oscuri è stato creato un
linguaggio specifico in lingua aliena (un metodo copiato da “Avatar”) per
rendere verosimile la loro natura.
E’ stato girato tra Londra, Norvegia e Islanda con
toni dark e tenebrosi mitigati da qualche accenno di ironia.
Nel cast ritroviamo ancora il bel Chris Hemsworth
nei panni di Thor. L’attore australiano
ha dichiarato in un’intervista di essersi sottoposto a una rigida dieta
di proteine e ad allenamenti serrati per riuscire ad ottenere il fisico
scultoreo richiestogli dalla parte. Inoltre, ha confidato che baciare Natalie Portman
(Jane) lo ha imbarazzato per la sua famiglia.
Confermato anche Tom Hiddleston come Loki che ha
definito il film un “bromance” (l’unione tra brother, fratello +mance) per
indicare la centralità del rapporto tra fratelli nella trama.
Infine non si può non citare Anthony Hopkins che
interpreta il Dio Odino, re di Asgard.
Nella pellicola vi sono riferimenti a The Avengers,
questa non è una coincidenza ma il
marchio di fabbrica della Marvel che sta cercando di collegare le singole
vicende dei suoi eroi in vista del sequel
“Avengers:Age Ultron” che uscirà nel 2015 e per cui Chris Hemsworth ha
già firmato il contratto.
Il finale criptico di “Thor the dark world” lascia
le porte aperte per un altro episodio, probabilmente tutto dipenderà dagli
incassi che finora, sono veramente notevoli anche se non da record.
Un nuovo film di casa Marvel, un fantasy , a tratti
un po’ scontato, che racconta una nuova avventura di Thor, Il coraggioso e nobile eroe con il martello si trova di fronte a scelte difficili, diviso tra combattuti legami di sangue,
amore, onore e responsabilità. Alan Taylor porta sullo schermo un interessante contrasto tra i valori epici d'altri tempi di Thor e i tenebrosi scenari futuristici della minaccia aliena.
SOLE A CATINELLE
Il comico pugliese conquista ancora una
volta il pubblico italiano con ottimismo e divertimento registrando incassi “a
catinelle”
Per tutti quelli che non vogliono perdersi
il film comico che chiude la “trilogia metereologica” iniziata con “Cado dalle
Nubi” ed esorcizza lo spettro della crisi riportando il buon umore
Checco Zalone è un venditore di aspirapolveri che vive nel vicentino con moglie e figlio. E’
bravo nel suo lavoro ma sperpera i soldi che guadagna e una volta esauriti i parenti a cui vendere
l’elettrodomestico, si ritrova al verde. La moglie, operaia, è in cassa
integrazione e stanca del comportamento irresponsabile del marito, lo lascia.
Checco, eterno ottimista, promette al figlio una vacanza da sogno se avrà tutti
dieci in pagella non credendolo possibile. Il bambino stupisce il papà con una
pagella impeccabile, Checco allora dovrà inventarsi un itinerario senza spese ma questo viaggio li porterà a un
inaspettato incontro con il mondo
dell’imprenditoria e del lusso.
Questo è il terzo film per Checco Zalone e nonostante l’enorme successo dei precedenti("Cado dalle nubi" e "Che bella giornata"),
è il più riuscito e i 20 milioni di euro incassati solo nel primo week end lo
confermano. E’ un prodotto più maturo che aggiunge alla solita comicità e al divertimento una satira sociale, un ritratto ironico dell’attuale situazione economica su
cui riderci su.
E’ diretto da Gennaro Nunziante e nel cast troviamo
Miriam Dalmazio che interpreta la mamma e Robert Dancs, un bimbo rumeno che
qui è il figlio di Checco. Per scegliere
il bambino adatto per la parte sono stati fatti ben 70 provini ma ne è valsa la
pena perché sembra che il piccolo non abbia sbagliato una battuta sul set.
Nella colonna sonora ci sono canzoni ironiche
composte e cantate dallo stesso Zalone come “Super papà”, “Dove ho sbagliato” e
chiude il film un pezzo dedicato alla figlia Gaia “Dall’ovaia a Gaia”.
Un esilarante
viaggio padre e figlio che parte dalla vecchia casa di una zia in Molise
e finisce a bordo di un yacht.
Una pellicola semplice e ottimistica che, con gag uniche, porta il sole e il buon
umore.
RUSH
L’adrenalinico
racconto della rivalità tra Niki Lauda e James Hunt, una storia epica di eroi su quattroruote, di passione,
velocità, competizione e tenacia
Per
tutti quelli che vogliono vedere la rappresentazione di un evento realmente accaduto
nella formula 1 degli anni 70
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Niki Lauda,
un austriaco bruttino, metodico e rigoroso, incontra per la prima volta sui circuiti di
formula 3 James Hunt, un inglese aitante playboy. Sono due piloti molto diversi e tra loro nasce
subito una grande rivalità. Arriveranno
entrambi in formula 1 : Lauda alla guida della Ferrari e Hunt con la
Mc Laren, si sfideranno da
antagonisti una gara dopo l’altra
superando il tragico evento che li segnerà per sempre.
Il Film è diretto da Ron Howard, il regista di “Apollo 13” sceglie
ancora di raccontare una storia vera con grande realismo. Per realizzare la
pellicola, infatti, Howard ha dedicato molta attenzione alle inquadrature e
hai dettagli nel tentativo di trasmettere allo spettatore le emozioni del
circuito dove vita e morte si incontrano: così si possono vedere gomme che rotolano,
l’asfalto bagnato, la visione della strada dietro una visiera… . Daniel Bruhl
interpreta Niki Lauda, un uomo molto forte e tenace. Lo sceneggiatore, Peter
Morgan, è amico del vero Lauda e ha organizzato un incontro per permettere
all’attore di entrare nella parte. Bruhl, inoltre, ha
dovuto portare un morso in bocca per rendere più verosimile la somiglianza
all’austriaco che per il suo aspetto era soprannominato “il topo”. Il regista ha voluto ricreare il tragico incidente di
Nurbrurgring che lo sfigurò e per le scene seguenti l’incendio, Bruhl ha dovuto sottoporsi a
lunghe sedute di trucco, il risultato è spaventoso. Lo stesso Lauda ha
dichiarato in un’intervista che solo dopo aver visto Rush ha capito il punto di
vista degli altri e lo sguardo stupito degli spettatori sul circuito di Monza
dopo la sua ustione.
Accanto a
Bruhl troviamo il bel Chris Hemsworth (l’attore australiano famoso per “Thor”)
nei panni di James Hunt, l’eterno rivale di Lauda amante della vita e delle
donne.
Nel cast c’è
anche un attore italiano: Pierfrancesco Favino che è Clay Ragazzoni. Inoltre sono state montate alcune scene
originali dell’epoca in cui viene inquadrato Enzo Ferrari.
Il rapporto
tra Lauda e Hunt si evolve gara dopo gara.
Tra loro c’è una rivalità nata
da un’incompatibilità di carattere e da un odio reciproco ma la passione che hanno per le macchine, la
competitività che li lega e il drammatico incidente li porteranno a
stringere una tacita amicizia.
La storia
commuovente di due grandi sportivi, due grandi uomini che si sfidano
sull’asfalto, due cavalieri impavidi che corrono fianco a fianco in un duello di velocità contro la morte.
BLING RING
La storia vera della gang di adolescenti, ossessionati dal lusso e
dalla fama, che derubò le ville di Hollywood
Per tutti quelli che vogliono vedere un esempio del degrado adolescenziale ai tempi dei
social network raccontato senza giudizi
o moralismi
A Los Angeles un gruppo di ragazzini benestanti riesce a intrufolarsi e rubare nelle case di
alcuni famosi divi di Hollywood come
Paris Hilton, Orlando Bloom e Megan Fox
quando questi sono fuori città.
Nel giro di un anno i ragazzi riescono a
racimolare un bottino del valore di 3 milioni di dollari fatto di
scarpe, abiti, gioielli. Grazie alle riprese delle telecamere di sorveglianza e
ai loro post su facebook la polizia è riuscita però a catturarli. La gang ha
attirato però per mesi l’attenzione dei tabloid.
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I protagonisti sono tutti attori sconosciuti, a parte Emma
Watson. L’ex maghetta di Harry Potter ha orami 23 anni e ha smesso i panni della saggia e leale
Ermione Granger. Qui interpreta Niki una ragazza viziata e superficiale.
La voce narrante è quella dell’attore Israel Broussard che
interpreta Marc (alias Nick Prugo), il più fragile del gruppo, un ragazzino
emarginato e senza amici che si lascia trascinare dalla prorompente Rebecca per
appagare il suo bisogno di appartenere a un gruppo e sentirsi
accettato.
Per impersonare al meglio i ruoli la regista ha chiesto ai
personaggi di entrare di soppiatto in
ville di alcuni suoi amici facendo una lista dettagliata degli oggetti da
rubare. Una sorta di esercizio per allenare gli attori. E’ interessante,
inoltre, sapere che Paris Hilton (una delle vittime della gang) ha messo a
disposizione la sua casa per le riprese. Così in alcune scene si può ammirare
il suo immenso guardaroba e la sua impressionante collezione di scarpe (ben
1000 paia).
La pellicola è un inno alla moda griffata e al lusso più
sfrenato: un tripudio di abiti costosi, gioielli, loubutin, rolex e pellicce..
un ritratto del consumismo glamour patinato e dell’importanza dell’apparenza.
La cosa curiosa è che i fashion adolescenti sono stati
traditi proprio dalla loro mania di apparire postando tutto su facebook e
twitter. Infatti twittavano e postavano ogni loro movimento, un modo per
vivere un’esistenza digitale, in
vetrina e attirare l’attenzione. Hanno
pubblicato alcuni oggetti rubati che sono stati riconosciuti dalla polizia. La
pellicola lancia una forte offensiva sul web e sull’abuso dei social network e
del bisogno di condividere dettagli della propria vita privata.
La storia vera dei ladri della bling ring, giovani bulimici
insaziabili di oggetti costosi appariscenti e alla moda che si vestono degli accessori delle star e
sognano di vivere sotto i riflettori. Il racconto preoccupante di adolescenti
senza controllo disposti a tutto per un attimo di notorietà. Ragazzini
bisognosi di attenzioni attirati come gazze ladre dal luccichio della ricchezza
e della fama convinti che la walk of fame sia l’unica strada da percorrere per
raggiungere la felicità e il successo.
WORLD WAR Z
Brad
Pitt eroe di un’apocalittica guerra mondiale contro gli zombie
Per
tutti quelli che amano i grandi film catastrofici all’americana e hanno una
passione per gli zombie o… per Brad Pitt
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Gerry Lane è
un ex agente delle Nazione Unite che si è ritirato per stare più vicino alla
sua famiglia.
Una mattina,
mentre è in macchina con le sue due bambine e la moglie bloccato nel traffico
di Philadelphia, scoppiano il caos e il panico. Delle persone affette da un
male sconosciuto si avventano sui passanti contagiandoli e trasformandoli in
esseri spaventosi.
Le Nazioni
Unite chiedono a Gerry di tornare in servizio per aiutarli a trovare un rimedio
a quest’epidemia dilagante che si sta diffondendo in tutto il mondo, in cambio
metteranno in salvo la sua famiglia su una nave del governo. Lane accetta
l’incarico e parte alla ricerca di informazione sugli zombie e di un vaccino
per salvare l’umanità.
Negli
ultimi anni sta dilagando una grande mania per
i "non- morti": vampiri, zombie e improbabili creature dell’aldilà sono
protagoniste delle uscite sul grande schermo, da film epici come “Io sono
leggenda” a commedie romantiche come “Warm bodies”innescando
un business miliardario di gadget e videogames che gli accompagna.
Anche
Brad Pitt non ha saputo resistere alla tentazione e la sua piccola casa di
produzione , la Plan B, insieme al colosso Paramount hanno ottenuto i diritti per la trasposizione
cinematografica (alcune indiscrezioni dicono che tra i possibili acquirenti
c’era anche la Casa di produzione di Di Caprio)
dell’omonimo romanzo di Max Brooks (figlio di Mel) : "World war Z",”La guerra mondiale degli
Zombie”.
Il film
è diretto da Marc Forster. L’adattamento
del libro e la stesura della sceneggiatura sono state sofferte. Ci hanno
lavorato ben tre sceneggiatori. Per primo, nel 2007, Micheal Straczynsky, (autore di “Tohr”e Changeling) che ha optato
per un’impronta dark, poi è stata la volta di Matthew Micheal Carnahan che ha
preferito alleggerire lo script da parti del libro che non avrebbero funzionato sullo schermo. Le riprese sono
iniziate nel luglio del 2011 prima che lo script fosse finito ed è stato chiamato Damon Lindelof (tra i suoi
lavori: Lost, Prometheus) per riscrivere il finale. Insomma il making of non è
stato semplice e ci sono voluti due anni per realizzarlo.
Le scene
sono state girate principalmente a Malta, Glasgow, , Budapest, la Cornovaglia e
Filadelfia.
Gli zombie
qui sono diversi da quelli di Romero o dei vecchi horror: non sono cadaveri che
camminano ma predatori mostruosi che si muovono velocemente e si moltiplicano
avventandosi come un’orda immensa
dicavallette affamate sulle loro vittime. Il tema centrale è la lotta alla sopravvivenza, con riferimenti al
problema della sovrappopolazione che coinvolge il nostro pianeta.
Anche se gli
zombie sono realizzati quasi interamente a computer, la troupe ha studiato i
comportamenti delle Nazioni Unite nei luoghi di pericolo per cercare di rendere
le scene il più realistiche possibile.
Pitt oltre
che produttore è anche il protagonista, Gerry Lane. Un agente delle Nazioni Unite
padre di famiglia dal cuore tenero
impegnato a trovare un modo di salvare l’umanità e assalito dai sensi di
colpa per aver dovuto abbandonare moglie e figlie. Con quegli occhi azzurri e
il viso da bravo ragazzo anche se solcato da qualche ruga, Brad è proprio
perfetto per la parte dell’eroe .
Nel cast
anche Mireille Enos, Matthew Fox (Lost) e il nostro Pierfrancesco Favino che conferma la sua bravura artistica nel
collaborare anche a produzioni internazionali.
Un action
movie avvincente e catastrofico ma non
spaventoso, una lotta di astuzia e
velocità contro il tempo per salvare
l’umanità dalla minaccia di un esercito di morti viventi.
L’UOMO
D’ACCIAIO
Le
origini del supereroe per eccellenza con
la S maiuscola, un’ innovativa versione
alla Nohlan carica di speranza e umanità
Per
tutti quelli che vogliono vedere un reboot innovativo e moderno della storia di
Superman
Il pianeta
di Krypton ha esaurito le risorse naturali ed è destinato a distruggersi. Mentre il
generale Zod sta per attuare un colpo di stato, succede qualcosa di
straordinario: la moglie dello scienziato e luminare di Krypotn, Jor- El, dà
alla luce un figlio, Kal, questa è la prima nascita naturale e non programmata
artificialmente sul pianeta dopo secoli. Per mettere in salvo il figlio Jor-El lo imbarca su una navicella con il codice
genetico del suo popolo e lo lancia nello spazio verso la terra nella speranza
che lì possa sopravvivere.
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Kal viene trovato dai coniugi Kent in Kansas,
questi gli danno il nome di Clark e lo
crescono con amore. I genitori adottivi capiscono ben presto che il
bambino ha poteri straordinari e gli
consigliano di non manifestare in pubblico la sua forza ma di avere pazienza e
buon senso perché il mondo non è ancora
pronto ad accettarlo.
Diventato
adulto Clark decide di partire alla ricerca delle sue vere origini e di
risposte.Trova una nave spaziale precipitata sulla terra anni prima, qui
può parlare con l’ologramma del suo padre biologico. Jor –El gli spiega le
sue radici e che lui incarna la Speranza
di sopravvivenza di Krypton e di un
nuovo inizio di collaborazione con il genere umano. Il generale Zod e i suoi uomini,
miracolosamente sopravvissuti alla fine di Krypton, sono sulle tracce di Kal decisi a ritrovarlo e utilizzare il codice genetico da lui custodito per distruggere gli umani e
far rivivere Krypton sulla terra, solo Superman può fermarlo.
Film diretto
da Zack Snyder con Christopher Nolan e
David Goyer che hanno collaborato alla sceneggiatura. Prodotto dalla
Warner Bros che controlla la Dc comics casa editrice di Batman e Superman. Sembra una velata risposta alla dilagante
“comics mania” della concorrente Marvel che ha fatto rivivere sullo schermo
tutti i suoi fumetti sfruttando il successo al box-office per produrre
improbabili sequel su sequel.
Questa
versione di Superman è un reboot (cioè un nuovo inizio, il contrario di un
remake) radicale rispetto ai precedenti. Qui si vede l’impronta innovativa di
Nolan che già con il suo “Cavaliere oscuro” aveva creato un Batman unico.
L’uomo d’acciaio non è però un melodramma dark ma una storia che parla di
ottimismo, di speranza e di umanità.
L’intento è
quello di creare un supereroe con i muscoli d’acciaio e il cuore umano e
fragile. La parola d’ordine per Snyder è realismo, il regista vuole rendere il
più veritiere possibili le difficoltà fisiche e psicologiche che Clark deve
affrontare nella difficile ricerca della sua vera identità e il disagio di
sentirsi diverso.
Un ruolo
fondamentale qui è la figura dei suoi due padri quello adottivo: Jonhatan Kent
(Kevin Costner) mentore di saggezza e equilibrio e il padre biologico Jor – El
(Russel Crowe): una guida che lo aiuta a scoprire le sue origini e come
controllare i suoi poteri.
Henry
Cavill è il protagonista. Finalmente l’attore inglese (dopo i provini falliti per
la parte di Bond, di Cedric Diggory in Harry Potter e di Superman del
2001) è riuscito a ottenere un ruolo di successo
che, a suo dire, ha sempre sognato di interpretare. Cavill ha dovuto allenarsi
duramente per indossare la tecnologica tutina superaderente di Superman che, in
questa versione, è blu metallizzato ed è resa più tecnologica e moderna. Ha messo su
10 kg di muscoli, il risultato: un big Jim statuario di 1,89 con solo il 5% di grasso corporeo.
La rossa Amy
Adams veste, invece, i panni di Lois
Lane,la curiosa giornalista del Daily Planet amica fedele di Superman. L’attrice, che ha alle spalle quattro nomination agli oscar, ha dichiarato di
sentire sua quella parte e di essersi sempre identificata in Lois (anche se, a
dire il vero, questo sembra più una trovata pubblicitaria che una reale
confessione).
La cittadina
di Smalville è stata riprodotta a Plano, un paesino vicino a Chicago mentre le
scene di Metropolis sono state girate a Chicago e Krypton è stato costruito a
Vancouver.
Clark, Kal, Superman; tanti nomi per definire
le tappe di un percorso di formazione
alla ricerca di se’ stesso e delle proprie radici di un unico superuomo
d’acciaio.
UNA
NOTTE DA LEONI 3
Il
“branco” insolito di amici ancora
insieme per un’ultima esilarante, pazza
e irriverente avventura on the road
Per
tutti quelli che non vogliono perdersi l’ultimo divertente capitolo della saga
comica che negli ultimi anni ha fatto piegare in due dalle risate mezzo mondo e
ha sbancato il botteghino
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I ragazzi
decidono di accompagnare loro Alan alla clinica, durante il viaggio in auto
però vengono assaliti dagli uomini del
gangster Marshall, quest’ultimo sequestra Doug e chiede, in cambio della
libertà dell’amico a Stu ,Phil e Alan
di consegnargli il pazzoide Mr Chow,evaso dalla prigione di Bangkok, che ha
rubato 21 milioni di dollari in lingotti d’ oro a Marshall.
Da qui
cominciano le disavventure del terzetto alla ricerca di Chow che li porterà in
un viaggio allucinante tra Tijuana e Las Vegas.
Terzo
capitolo della fortunata saga comica diretta da Todd Philips che è stato
proclamato l’uomo più divertente di Hollywood (tra i suoi lavori
precedenti:”Road trip” e “parto col folle”) . Quando uscì nel 2009 il primo “Una notte da leoni” nessuno della
produzione si sarebbe aspettato l’enorme successo che ha avuto questo film
partito come una scommessa azzardata e con un budget limitato. Ha avuto un
record assoluto d’incassi diventando la commedia per adulti più vista di tutti
i tempi nel mondo. Un’ eccezione
straordinaria perché in genere la comicità americana non ottiene molta
popolarità al di fuori dei propri confini.
Dopo un
secondo episodio un po’ sottotono e troppo simile al primo (sempre lo stesso
tema: addio al celibato, il risveglio dopo una notte all’insegna degli eccessi
di cui non si ricordano nulla) Philips ci riprova con una “Notte da Leoni 3” . Quest’ultimo capitolo è un sequel dei precedente ma senza matrimoni ,droghe o sbornie. E’un atipico “road
movie” che parte con il funerale del padre di Alan e prosegue con una folle corsa alla ricerca di Mr. Chow.
Il cast composto dal quartetto Stu, Doug, Alan e
Phil è confermato con qualche novità.
Protagonista
indiscusso è Alan interpretato dall’attore Zack Galifianikis; il pazzo
bambinone troppo cresciuto autore di gag esilaranti e portatore di guai che con la sua comica e delirante espressività è
sempre stato il cuore del gruppo.
Qui continua a combinarne di tutti i
colori ma la sua vita giunge a una svolta quando incontra la sua anima gemella,
una commessa poco attraente e un po’ svitata che ha il volto dell’extralarge
Melissa Mc Carty (la Sookie di “Una mamma per amica”). I due si esibiscono in un Il goffo corteggiamento a suon di passaggi di lecca lecca a rallentatore che intenerisce, disgusta e fa
sorridere.
Un’altra new
entry è il mastodontico John Goodman nei
panni del cattivo della situazione: Marshall.
Bradley
Cooper è Phil, il belloccio e spavaldo del gruppo. l’attore ne ha fatta di strada dai tempi di
“Alias” e questi sono anni fortunati per lui che ha recitato anche nel “lato positivo” e in
“come un tuono”.
Stu , il
dentista perfettino che è sempre vittima di sfortunati eventi paradossali è Ed
Helms mentre il marginale personaggio di Doug è interpretato da Justin Bartha.
Ritorna la
spogliarellista Jade, (Heater Grahm) già vista nel primo film.
Infine non
si può non nominare Mr Chow, l’irriverente asiatico cocainomane dal carattere
poliedrico e misterioso dagli ambigui gusti sessuali. Uno squilibrato,
affezionato ad Alan a metà tra amico e
nemico. Ne veste i panni Ken Jeong, un ex medico di origine sud-coreana.
Una commedia demenziale e un po’ scurrile tutta
da ridere con situazioni al limite dell’assurdo e personaggi deliranti.
Un ruggente finale per il branco di
amici ; un ritorno a Las Vegas dove tutto ha avuto inizio tra vicissitudini
paradossali, animali insoliti, sentimenti e pura follia.
FAST
& FURIOUS 6
DOMINIQUE TORETTO RIUNISCE ANCORA UNA VOLTA LA SUA “FAMIGLIA”DI PILOTI “VERY FAST”
E SPERICOLATI PER UNA NUOVA AVVVENTURA MOZZAFIATO IN CUI NON MANCANO CORSE IN MACCHINA AD ALTA VELOCITA’, COLPI DI
SCENA ED EFFETTI SPECIALI DA SBALLO
PER
TUTTI QUELLI CHE SONO APPASSIONATI DI MOTORI E DELLA FORTUNATA SERIE
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Tutto sembra
procedere al meglio fino a quando l’agente Hobbes chiede a Dom di riunire il
suo team per aiutarlo a catturare una banda di piloti mercenari che sta mettendo a segno delle rapine. Tra i
criminali pare vi sia anche Letty, l’ex di Toretto che tutti credevano morta. In cambio della
collaborazione l’agente offre il perdono e la libertà per tutti i componenti
della “famiglia”.
Dom fiducioso
di poter ritrovare Letty accetta e
con la sua squadra si prepara ad affrontare questa missione.
Questo è il
sesto capitolo della serie ed è diretto da Justin Lin.
Il film è
stato girato tra le Isole Canarie, Tokio, Londra, Israele e Hong Kong. Un mix
di location vario che permette di alternare scene di corsa su arroccate strade
picco sul mare a inseguimenti in mezzo al traffico cittadino.
Come in
tutti gli altri episodi protagoniste indiscusse della scena sono le macchine
modificate per l’alta velocità, pertanto è doverosa una breve digressione .Qui
gli intenditori potranno notare una Mark 1 Ford Escort del 1978 di Brian
O’Connor (Paul Walker), mentre Letty (Michelle Rodriguez) ha una Jensen
Inceptor del 1973, per Tej (Chris “Ludacris” Bridges) una Lister,il cattivo
Shaw(Luke Evans) è al volante di una Aston Martin DB9 del 2012 e infine Dominique Toretto (Vin
Diesel) guida una Dodge Challenger del 2010 e una Dodge Daytona del 1969.
Nel cast
troviamo ancora i soliti protagonisti tra cui il palestrato Vin Diesel nei
panni di Dominique Toretto; nessuno meglio di lui poteva indossare canottiere da
muratore e interpretare un californiano
tamarro con i modi omertosi da mafioso che chiama il suo gruppo “famiglia”.
Il bel Paul Walker interpreta l’ormai ex agent Brian O’ Connor.
Con i suoi magnetici occhi blu e il fare da bravo ragazzo l’attore si presta
alla parte di ex – agente passato dalla parte dei criminali. L’amicizia tra i due è diventata più solida, soprattutto ora che sono legati da
un rapporto di parentela visto che Brian ha avuto un figlio con Mia,
sorella di Toretto.
Qui ritorna
anche il mastodontico Dwayne Johnson (agente Hobbes) , ex giocatore di Wresling, che ha fatto la sua prima
apparizione nell’episodio 5 .
Permettetemi
due parole sul look; c’è da dire che tanto è stato alto il badget per le auto
tanto è stato basso per i costumi.
Infatti per Vin Diesel la scelta sempre sulla classica
canottiera intima super-attilata per mettere in mostra i suoi muscoli, mentre per
Paul Walker tristissime camicie low cost
e oversize che non rendono merito all’attore. Il gigantesco Dwayne Johnsonn, è strizzato in magliettine
aderenti in cui i suoi pettorali pompati sembrano scoppiare. Per finire
immancabili signorine vestite con shorts e top che lasciano poco spazio
all’immaginazione. Certo sono dettagli
adatti a questo genere di film ma che non si può evitare di notare con
un pizzico di sarcasmo.
Gli episodi
4 e 5 sono strettamente collegati a questo da un “fil rouge” ; il regista ha
voluto dare una continuità nella scelta degli attori principali e nella trama,
una decisione che si è rivelata vincente perché crea aspettative e suspance
nello spettatore.
Tra le
novità il nuovo cattivo, Shaw(Luke Evans) e
il ritorno di una Michelle
Rodriguez (Letty) più combattiva e agguerrita che si esibisce in atletiche scene di lotta.
In fast
& Furious 6 Justin Lin ha calcato la
mano con gli effetti speciali inscenando esplosioni pazzesche, acrobatici
numeri in auto e addirittura con un carro armato, il tutto a ritmo di rap e disco.
Preparatevi e scaldate i motori per questo action movie
adrenalinico tra inseguimenti in auto a
tutta birra, amori ritrovati e una
rombante esplosione di testosteronico esibizionismo.
IL
GRANDE GATSBY
Il
sogno americano, il lusso e gli eccessi dei ruggenti anni 20 riprendono vita sullo schermo visti con lo
sguardo di Baz Luhrmann: un tripudio di paillettes, passione e illusione a
ritmo di un chiassoso e travolgente hip hop
Per
tutti quelli che vogliono vedere una versione più moderna ma fedele nei contenuti, del grande
Romanzo di Fitzgerald
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Nick è
cugino della dolce e ricca Daisy
Buchanan sposata con un ex- campione di polo, il fedifrago Tom Buchanan e viene invitato a passare un
po’ di tempo con loro e con la giocatrice di golf Jordan, una cara amica della
coppia. Daisy e Gatsby si erano amati in passato e Gatsby , che in realtà aveva
origini umili, aveva passato cinque anni per costruirsi, con mezzi illegali, un’immagine
rispettabile e ricongiungersi con la sua amata. Venuto a
sapere del legame di parentela che lega Daisy a Nick chiede a quest’ultimo di
organizzargli un incontro per rivederla. Tra i due si riaccende la passione e
Nick viene travolto dallo sfarzo del
fatuo mondo dell’età del jazz in un
intricato intreccio di relazioni, amori e tradimenti destinato a
dissolversi.
Il film,
diretto da Baz Luhrmann, è stato girato
a Sidney e l’uscita prevista per Dicembre, è slittata a maggio a causa del
maltempo che ha ritardato le riprese. Ha
inaugurato il festival di Cannes
ottenendo una gelida risposta dalla critica ma un grande successo nel pubblico.
Il regista di “Moulin Rouge” ha scelto
di dare un’ impronta moderna e particolare discostandosi dalle tante
precedenti versioni cinematografiche del romando di
Fitzgerald, tra cui, la più famosa, è quella
del 1974 con Robert Redford e Mia Farrow. Del resto si sa Luhrmann è tutto tranne che convenzionale e ha creato
un’opera unica e anacronistica attualizzando gli anni 20 per rendere la
storia più vicina allo spettatore pur restando fedele ai contenuti del testo a
parte qualche piccola licenza poetica.
Così calca la mano sulle opulente e affollate barocche feste in
piscina che diventano un tripudio esagerato di colore, lustrini, fontane di
champagne con ballerini che si scatenano a ritmo di hip – hop. Il palazzo di Gatsby traspira lusso
e le sue iniziali sono incise ovunque sul pavimento, sulle colonne... quasi a
voler ricordare a tutti che è stato lui a costruirsi quell’impero dorato. Niente
è troppo per rappresentare l’era Americana
più trasgressiva.
Grande
sfarzo anche nei costumi e negli
accessori scelti dalla costumista Catherine Martin (moglie di Luhrmann) con la
collaborazione di Miuccia Prada e Tiffany. Una sfilata di abiti tempestati di
brillanti swaroswky, ricami preziosi, bizzarri cappellini, tiare principesche e
gioielli da mille e una notte creando uno stile anni 20 a metà tra tradizione e
innovazione.
Gli uomini
sono stati vestiti con abiti di Brooks Bros, marchio amato dallo stesso
Fitzgerald
Nella
colonna sonora niente Jazz ma pezzi di
Jay Z, Beyonce, Fergie e Lana del Rey, un ritmo che, nonostante non rispetti la
realtà storica, funziona e rende la
visione più coinvolgente. Unico scivolone tecnico la scelta di sperimentare il 3d che, per un film di questo genere, si è rivelato inutile.
Sono,
però i personaggi con i loro
ruoli intriganti il vero cuore della vicenda. Per questo è stato selezionato il cast con scrupolosa attenzione alla
personalità , alla fisicità e al feeling
tra le star di Hollywood.
Gatsby è
interpretato da un talentuoso Leonardo di Caprio. L’attore sembra perfetto nel
ruolo del dandy sognatore dando una grande prova di classe e professionalità
che non ha niente da invidiare a Robert
Redford (Gatsby nel 1974). Il suo ruolo non era semplice perché richiedeva una
grande espressività e gestualità. Memorabile la scena in cui sul molo allunga
la mano verso il faro che lampeggia davanti alla casa della
sua amata come a volersi riavvicinare a
lei e stringe il pugno nel tentativo di afferrarla ma invano. Il suo è un amore
ossessivo e malato; vuole “ripetere il passato”, avere la sua occasione come se
quei cinque anni non fossero mai trascorsi. Un uomo orgoglioso che ha passato la
vita a “mirare in alto”.
Brava anche
Carey Murrigan (già vista in “Drive” con Ryan Gosling”), l’attrice dai
lineamenti delicati, veste i panni della
fragile e frivola Daisy, una creatura docile
e viziata che si trastulla negli agi
della sua ricchezza. Anche se turbata dalla nostalgica passione per Gatsby, ha un comportamento infantile e
egoistico incapace di grandi
cambiamenti.
Tobey Maguire
è Nick, la voce narrante che si trova spesso nell’imbarazzante ruolo di terzo
incomodo. L’attore conosce di Caprio dai tempi delle superiori e il regista ha
voluto farli lavorare insieme per rendere al meglio l’amicizia sincera che
nasce tra i due. Anche se Nick è molto
diverso dal protagonista, è modesto e morigerato, è l’unico che riesce
veramente a capirlo.
Isla Fisher è la volgare Myrtle Wilson,
l’amante di Tom Buchanan . E’ sposata
con un umile benzinaio che disprezza e vive nella parte periferica e povera di
New York. La donna si lascia comprare dai lussuosi regali di Tom sperando,
invano, di poter diventare anche lei una
vera signora. Il personaggio rappresenta
l’altra faccia della medaglia, lo squallore che sta dietro gli opulenti sprechi
dell’ ”upper class”. In questa
versione è molto evidente la
contrapposizione tra i due mondi e la mancanza di una “middle class”, gli
estremi tra una spasmodica ricchezza e
una terribile povertà presagio
dell’imminente crisi.
Infine Tom
Buchanan (Joel Edgerton) è un uomo spavaldo e arrogante, nobile di sangue ma
dai modi rozzi tradisce ripetutamente la
moglie ed è interessato solo al suo divertimento.
Sullo sfondo
di un America degli eccessi dominata dalla ricchezza e dal degrado
la storia d’amore e passione dell’unico vero gentiluomo. Un idealista,
un sognatore, un romantico nostalgico
che ha passato gli anni migliori della sua vita rincorrendo Daisy, la sua Daisy; un' illusione, una chimera così vicina ma così
inconsistente e irraggiungibile come il faro verde che illumina la baia di West Egg.
L’UOMO
CON I PUGNI DI FERRO
Un
sanguinoso collage senza personalità di citazioni di vecchi film di kung Fu e
della blaxploitation patrocinato da
Quentin Tarantino
Nella Cina
Feudale, in una località chiamata Jungle Village, un fabbro americano di colore
di nome Thaddeus è costretto a fabbricare armi per i clan più potenti della
zona nel tentativo di accumulare una somma di denaro sufficiente per poter
liberare la sua amata, Lady Silk, dal bordello in cui lavora, il Pink Blossom e
scappare con lei. Senza volerlo Thaddeus viene coinvolto tragicamente nelle
lotte di potere dei clan . Verranno in suo aiuto un maestro di Kung
e un mercenario inglese, Knife,
abile con il coltello.
Film che
vede il debutto alla regia del rapper Rza, famoso per aver curato la colonna
sonora di “Kill Bill”. In nome di questa
collaborazione il regista Quentin Tarantino ha sponsorizzato l’uscita nelle
sale dell’ “uomo con i pugni di ferro”. La dicitura sulle locandine “Quentin
Tarantino presenta” trae in inganno lo spettatore che potrebbe scegliere la
visione solo in nome dello stile
inconfondibile del grande regista. In
realtà è una grande delusione; con la sua pellicola Rza trasmette la sua
passione per il genere Tarantiniano e per il mondo Kung Fu della mitica casa di produzione Shaw
Brothers scopiazzando qua e là. Così scene di combattimenti cruenti e quasi
ridicoli con teste mozzate e fiumi di sangue,
si alternano a riferimenti alla blaxploitation (neologismo per indicare un
genere di film contro lo schiavismo
letteralmente significa “sfruttamento del nero”) che ricordano “Django
Unchained” (lo stesso attore Henry Smith alias Thaddeus doveva comparire in
Django) e a digressioni sull’arte rituale dei cavalieri di arti
marziali.
Nel cast
troviamo un appesantito Russel Crowe nei panni di un inglese mercenario
divertente e scaltro che da’ un po’ di
brio al noioso susseguirsi di duelli e sfide.
In un’ambientazione orientale non poteva mancare una venere asiatica
come Lucy Liu che interpreta la
proprietaria del Pink Blossom, un mix di fascino letale e astute mosse di combattimento. Il
tutto a ritmo di hip hop e rap.
Una
pellicola ambiziosa che vuole stupire a tutti i costi con effetti speciali,
uomini di ottone e armature di ferro ma
una volta tolta la corazza di belle aspettative rimane solo un prodotto di
bassa qualità realizzato da un
principiante.
IRON
MAN 3
L’eroe
dei fumetti Marvel più spavaldo e ironico svela le debolezze e le paure
dell’uomo che sta dietro la maschera
Per
tutti quelli che hanno visto gli altri capitoli di Iron Man e the Avengers
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Iron Man
dovrà scontrarsi contro il leader di un organizzazione terroristica internazionale
che ha come bersaglio il Presidente USA, il Mandarino e la minaccia di un nuovo potente virus
“Extremis” in una lotta che lo metterà a dura prova. A complicare le cose il
ritorno di una ex fiamma, Maya hansen una scienziata coinvolta nella scoperta
del virus.
In questo
terzo capitolo della saga dell’uomo d’acciaio
la regia è passata a Shane Balck.Mentre John Favreu( il direttore dei
capitoli precedenti) veste i panni della guardia del corpo Happy.
Black è regista e sceneggiatore, ha una reputazione
legata soprattutto ai film d’azione come “Arma letale”. Conosce bene
l’attore Robert Downey Jr perché ha già lavorato con lui in “Kiss Kiss
Bang Bang”.
Robert Downey Jr, famoso per i suoi precedenti di droga e la sua
arroganza, si cala perfettamente nella
parte del narcisista e impertinente Tony Stark. L’attore ha
dichiarato in un’intervista “è difficile capire dove finisce Tony e dove
inizio io” confessando di essere molto legato al suo personaggio perché come
lui ha dovuto toccare il fondo per poi risalire.
Uno dei cattivi
della storia è il Mandarino, interpretato da Ben Kinsinger. Gli
appassionati resteranno però un po’
delusi perché quest’ultimo è diverso da quello dei fumetti originaIe: non ha
superpoteri come il controllo della mente o la facoltà di sparare raggi
d’energia, è solo un simbolo dell’organizzazione terroristica, una sorta di Bin
Laden antiamericano.
Nella
pellicola vi è anche l’incontro e
l’amicizia con un bambino di nome Harley che lo aiuterà a
ricostruire l’armatura distrutta nel suo garage, un classico di Spielbergiana
memoria (come per esempio già in E.T. ).
Questa è stata definita dall’attore Guy Pearce (qui è Aldrich Killian lo
scienziato che ha scoperto il virus extremis) fase“sci-fi Capra”, cioè un
momento di realismo sentimentale e fantascienza. Nella sceneggiatura riferimenti anche ai
thriller di Tom Clancy e Micheal Crichton.
Nel film
viene citato l’episodio dell’invasione aliena a New York di “the avengers”ma
non compare nessun altro supereroe. Il boss della Marvel Kevin Faige, ha dichiarato che l’intento di Iron Man 3 è
quello di concentrarsi solo sul protagonista. E’ un viaggio introspettivo nella
mente di Tony Spark alla ricerca di se stesso, dell’uomo nascosto sotto la
corazza d’acciaio. Iron man appare
indebolito e combattuto, in molte scene si trova a dover combattere senza il
costume affrontando le sue paure. E’ l’armatura che fa l’uomo o l’uomo che fa
l’armatura? :Questo è il dilemma il confine tra il robot e l’essere umano.
Il difficile
momento di crisi esistenziale e l’indebolimento del protagonista potranno forse
ricordare a qualcuno “Il cavaliere
oscuro il ritorno”, il finale della trilogia di Nolan ma questo non è stato studiato
per essere la puntata finale. La Marvel ha infatti in programma la produzione
di “The vengers 2”.
Le
aspettative su questo cinecomic erano veramente alte, tanto che il budget di
produzione è stato di ben 200 milioni di dollari e questo spiega l’enfasi sulla
crisi esistenziale di Spark, l’intento di creare un capitolo di svolta
differente dai precedenti e inaspettato.
Tanto
patriottismo filoamericano, l’ironia e l’ego arrogante di Robert Downey Jr e il
delicato dualismo tra la forza dell’eroe e la fragilità dell’uomo nel film evento per tutti i fan dei fumetti
Marvel.
HITCHCOK
Un
biopic – thriller introspettivo e
psicologico sulla vita e la
realizzazione del più grande capolavoro del maestro del brivido
Per
tutti quelli che vogliono saperne di più su Hitchcok e su Psyco
Alfred
Hitchcock, dopo il successo di “Intrigo internazionale”, è alla ricerca di un
nuovo soggetto ma si trova privo di ispirazione. Si appassiona al romanzo
“Psycho”di Robert Boch, un libro di
scarso successo per i temi scabrosi e morbosi trattati. Proprio questi particolari però convincono “Hitch” a chiedere alla Paramount
di produrre il film. La casa cinematografica si rifiuta, il regista
convinto del potenziale della sua opera decide di autofinanziare il film con i
suoi risparmi. La fedele moglie Alma Reville, abile sceneggiatrice, sostiene la sua impresa e si occupa della
revisione dei copioni. Per risparmiare il film viene girato negli studi
Universal con la troupe della sua serie televisiva.
Le riprese procededono con difficoltà a causa delle continue obiezioni
della censura ma Hitchcock è deciso ad andare fino in fondo.
La regista
Sacha Gervasi ha preso spunto dal libro
di Stephen Rebello “Hitchcock- L’incredibile storia di Psycho” per realizzare
quest’opera.
Spettacolare
l’interpretazione di Antony Hopkins nei panni protagonista; l’attore è reso
irriconoscibile dal trucco realizzato dall’abile mano del mago del make-up
Howard Berger. Il risultato è un ritratto fedele del panciuto e iconico
regista.
Nel
cast troviamo anche il premio oscar
Helen Mirrer (il suo più grande successo è “The Queen”) impersonare Alma Reville, la moglie del grande genio. Una
donna forte e fedele che è sempre stata accanto al marito nella vita e nella
carriera nonostante le sue stranezze, i
vizi e l’ ossessione per le attrici
bionde vere e proprie muse dei suoi film.
Il cuore della
pellicola è la difficile realizzazione
di Psyco ( 1960),raccontata nei minimi particolari: dalla scelta di Janet Leight (Scarlett jhonson) per il ruolo della
protagonista Marion Crane, al montaggio della famosa scena della doccia, alla
scelta dell’inquietante e geniale colonna sonora.
Le ansie e i
morbosi pensieri del regista si
mescolano all’inquietante trama di Psyco confondendo lo spettatore incapace di
distinguere il reale dalla finzione. Ci si trova di fronte a uno spettacolo dentro lo spettacolo.
E’ un film
che documenta e svela interessanti retroscena del making of di un grande cult.
Un
viaggio nella mente perversa e avida di sangue di Alfred Hitchcock .
Un biopic ( per i profani cinefili altro non è che un termine preso dal gergo
inglese per definire il genere autobiografico)- thriller introspettivo e
psicologico sulla vita e la
realizzazione del più grande capolavoro del maestro del brivido.
COME
UN TUONO
Un
tormentato
racconto di vite e destini che si intrecciano a metà tra melodramma e action
movie
Per
tutti quelli che vogliono vedere Ryan
Gosling, definito da molti il James Dean
dei giorni nostri, nei panni di un
centauro maledetto
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Quindici
anni dopo i figli di Luke e Avery, ormai adolescenti, si conoscono e diventano amici ma le ombre
del passato dei loro padri porteranno a violenza e vendetta.
Questo film
consacra l’immagine di bello e maledetto
di Ryan Gosling, la sua performance è
commuovente; veste i panni di un centauro sbandato che cerca di assumersi le sue
responsabilità come padre ma sceglie la via sbagliata, la scorciatoia dei furti
e diventa un criminale. Da molti è stato definito il nuovo James Dean, ricordando anche “Drive” (il film in cui
corre in auto) e “Blue Valentine” (un dramma coniugale presentato al Festival di Cannes nel 2010 e
arrivato in Italia il 14 febbraio con 3 anni di ritardo).
Nel cast
altri attori di spicco come Eva Mendes nei panni di Romina e Bradley Cooper (protagonista
del “Lato Positivo”) che interpreta il poliziotto Avery Cross. Un personaggio complesso che crede nella
giustizia e si trova a dover fare i conti con i sensi di colpa per un suo atto
di difesa e la corruzione del dipartimento in cui lavora.
La pellicola
è divisa in tre episodi, tre strade che si incrociano e si scontrano: Prima la
storia di Luke, poi quella de poliziotto e infine quella dei loro figli.
E’
interessante sapere che alcune scene
delle rapine sono state girate in una banca vera con impiegati reali mentre le perfomance
più impegnative in moto sono state
eseguite dagli stuntman.
Il regista
Derek Cianfrance ancora una volta, dopo “Blue Valentine”, sceglie un copione psicologico e sentimentale.
La sceneggiatura è un’ introspettiva cronaca di vite e emozioni forti che
racconta le reazioni umane a situazioni difficili senza giudicarle o etichettarle; non esiste il bianco o il nero, non ci sono carnefici o vittime, niente eroi o
cattivi, solo la storia di due uomini
che in modi diversi lottano per quello in cui credono.
Un
tormentato racconto di vite e destini che si intrecciano a metà tra
melodramma e action movie.
IL CACCIATORE DI GIGANTI
Un film a metà tra tradizione ed innovazione
Jack è un giovane agricoltore, un giorno al mercato incontra un frate che gli dona in cambio di un cavallo un sacchetto di fagioli molto preziosi, lo avverte di fare attenzione e di non farsi ingannare dall’apparenza . Il ragazzo, una volta ritornato a casa, senza volerlo, fa cadere nell’acqua un fagiolo causando l’esplosione di una pianta gigantesca che sradica l’umile dimora e trascina con se’ la principessa Isabella rifugiatasi lì per scappare alle pressioni della vita di corte. La pianta si erge fin sopra le nuvole dove, come narra un’antica leggenda, vivono i giganti. Jack, il fedele cavaliere Elmont e altre guardie del re intraprendono una guerra contro i giganti per liberare la principessa.
Il film non è un remake ma prende liberamente spunto da due fiabe quella di “Jack l’ammazzagiganti” ( ispirata a sua volta da una leggenda scozzese) e la più nota “Jack e la pianta di fagioli” che è stata già oggetto di versioni cinematografiche di cui forse la più conosciuta è il cartoon di Walt Disney con topolino.
Per ricreare il regno di Cloister è stata scelta come location Norwich in Inghilterra e alcune scene degli interni del palazzo sono state girate nella cattedrale gotica locale. Un posto ideale per questa sceneggiatura dal sapore tipicamente anglosassone.
Gli effetti speciali sono stati curati dalla “Third Floor", la compagnia leader del settore che ha lavorato in film come “Avatar”, “Il grande e potente oz”. La tecnica usata per riprodurre i giganti è quella della motion capture, utile per dare volume ai giganti e migliorare l’effetto 3d. E’ stata, inoltre, usata la epic red, una cinepresa compatta ad altissima risoluzione già usata da Peter Jackson in “Lo Hobbit”.
Il protagonista è interpretato da Nicholas Hoult (l’ormai cresciuto bambino cicciottello di “about a boy”) che si dimostra bravo ma non eccezionale. Nel cast c’ è anche Ewan MacGregor nei panni di Elmont fedele guardia al servizio della principessa, la sua interpretazione brillante e ironica alleggerisce scene scontate di eroico coraggio.
Un film a metà tra tradizione e innovazione, che segue la moda del momento di reinventare in chiave moderna le fiabe classiche (come per esempio in produzioni come“Il grande e potente Oz”,”Biancaneve e il cacciatore”) . Una leggenda prevedibile in costume che parla di giganti e di una principessa in difficoltà, un fantasy avventuroso che punta troppo sulla tecnica e poco sulla sostanza.
IL LATO POSITIVO
Un film sulla pazzia e l’ottimismo
Per tutti quelli che credono nelle seconde occasioni
Dopo aver trascorso un periodo in un ospedale psichiatrico per aver picchiato l’amante della moglie, Pat Solatano torna a casa dove, ad aspettarlo, c’è una madre ansiosa e un padre superstizioso ossessionato dalle scommesse sulla squadra locale:i “Philadelphia Eagles”.
Il ragazzo è affetto da una forma di bipolarismo che lo porta a avere reazioni violente e esagerate. Pat, però vuole cambiare, passa molto tempo a leggere ed è deciso a diventare un uomo migliore, positivo per riconquistare l’ex moglie Nikki. Durante una cena a casa di un amico conosce Tiffany, una stramba vedova con problemi psichici, l’amicizia con la ragazza gli cambierà la vita.
Una "drama-commedia" di David O Russel che ha avuto ben 8 nomination agli oscar. L’attrice Jennifer Lawrence per la sua brillante interpretazione nella parte di Tiffany, una vedova dark e instabile, ha ottenuto l’oscar come miglior attrice ( per rinfrescarvi la memoria è l’attrice che è scivolata mentre saliva la scalinata per ritirare la statuetta ) ed è stata premiata anche a i golden globe.
Nel cast bisogna ricordare anche Bradley Cooper che si rivela un attore poliedrico e di talento interpretando il bipolare Pat e Robert De Niro nei panni del maniacale signor Solatano, padre di Pat.
Il regista, David O’ Russel, conosce bene la malattia bipolare perché il figlio ne è affetto e ha aiutato Bradley Cooper a preparasi per il ruolo.
Il titolo originale è “Silver lining playbook” cioè letteralmente “l’orlo argenteo delle nuvole” come l’omonimo libro di Andrew Quick da cui è stata tratta la sceneggiatura.
Il film è a metà tra un’atipica “romantic comedy” e una “screwball comedy” (letteralmente “commedia svitata”); quest’ultimo è un termine usato per definire le commedie statunitensi degli anni 30 e 40 in cui c’è un incontro- scontro tra due personaggi che finiscono per innamorarsi dopo aver passato una serie di situazioni equivoche e bizzarre (l’emblema del genere è “accadde una notte” di Frank Capra). Nel "Lato Positivo" i personaggi sono due “veri”matti, due svitati con problemi che si trovano sull’orlo di un precipizio, in ogni momento la loro fragile stabilità psicologica può crollare ma riescono a aiutarsi a vicenda e ritrovare la felicità e l’amore.
Pat e Tiffany sanno cosa vuol dire essere diversi dagli altri, entrambi sono sotto farmaci e si ritrovano, durante una cena, a scherzare sugli effetti collaterali dello Xanax e di altri psicofarmaci con una leggerezza che spaventa gli altri commensali, diventano amici perché vivono tutti e due nello stesso mondo in cui l’anormale diventa semplice routine.
Per certi aspetti sembra di vedere un “reality” della vita del protagonista; vengono inscenati tanti aspetti di vita quotidiana che mostrano le difficoltà e le varie sfaccettature della malattia mentale con delicatezza e leggerezza.
Una pellicola sulla pazzia e l’ottimismo, sulle seconde possibilità , il cambiamento e la voglia di rialzarsi da una situazione difficile.
Il racconto delicato della camaleontica sindrome bipolare e delle malattie mentali viste con gli occhi di chi le vive, un film girato senza pregiudizi con sorprendente semplicità e umorismo.
IL GRANDE E POTENTE OZ
Un magico e illusorio ritorno alle origini del fantastico mondo di Oz
Per tutti quelli che hanno amato “il mago di oz”
Oscar Diggs, soprannominato Oz, è un prestigiatore da fiera, un donnaiolo imbroglione che illude gli spettatori con trucchetti da quattro soldi. Un giorno si rifugia su una mongolfiera per sfuggire a un nemico e si trova catapultato da un tornado nel fantastico e colorato mondo di Oz. I bizzarri abitanti, fiduciosi in un’antica profezia, credono che lui sia un potente mago che li salverà dalla perfida strega cattiva.
Quando Oz scopre che la ricompensa per l’ardua impresa è il trono del regno e il tesoro reale, si mette in viaggio sul sentiero di mattoni gialli alla ricerca della strega.
James Franco(conosciuto come volto degli ultimi episodi di spider man) veste i panni del protagonista. L' attore è stata la terza scelta del regista Sam Reimi; infatti, prima di lui, ha proposto la parte a Robert Downey Jr e a Johnny Depp ma entrambi hanno rifiutato.
Il film, prodotto da Disney pictures, è un prequel del classico di L. Frank Baum “il mago di oz” e dell’omonimo indimenticabile pellicola del 1939. Questa è un’opera speculare che prende spunto dal grande classico con Judy Garland. Tante sono le analogie: come la contrapposizione cromatica tra il color seppia dei paesaggi del Kansas, da cui il prestigiatore proviene e il mondo di Oz coloratissimo e sgargiante, il sentiero di mattoni gialli, gli scimmioni alati e alcuni trucchi illusionistici del mago. L’idea del regista è quella di ricreare paesaggi il più possibile fedeli all’onirico Paese che Dorothy e i suoi amici (l’uomo di latta, lo spaventapasseri e il leone) hanno percorso nel capolavoro di Fleming. Reimi centra l’obiettivo anche se, in alcune scene, si può notare l’influenza del produttore di “Alice in Wonderland” che ha collaborato al progetto.
Non poteva certo mancare la figura della strega, qui sono addirittura tre: Michelle Williams è Glinda la buona, Rachel Weisz è la perfida Evanora mentre Mila Kunis veste i panni dell’ingenua Theodora. Tre donne bellissime che metteranno a dura prova Oz con il loro fascino.
Un folcoristico mondo di fantasia e ingenuità popolato da personaggi bizzarri con castelli, streghe e strane creature.
La storia del mago di Oz, l’illusione di un sogno che riporta grandi e piccini alle origini dell'incantata terra “al di là dell’arcobaleno”.
ANNA KARENINA
Uno spettacolo dentro lo spettacolo
Per tutti quelli che amano le storie d’amore tragiche
Anna Karenina è sposata con Karenin, un prestigioso funzionario dello Zar e ha un figlio. Anna vive a San Pietroburgo e frequenta i salotti dell’alta società. La sua vita cambia quando si mette in viaggio per Mosca per incontrare il fratello fedifrago Stephan e intercedere in suo favore con la moglie Dolly. Sul treno fa la conoscenza della contessa Vronskij e incrocia suo figlio il conte Aleksej Vronskij, tra i due nasce una passione irrefrenabile che li porterà alla rovina.
Il regista di “orgoglio e pregiudizio”, Joe Wright ha deciso di riprodurre al cinema un altro grande classico della letteratura e per farlo, ha scelto come protagonista l’attrice Keira Knightely, ormai una presenza fissa nei suoi prodotti, mentre Jude Law è il freddo Karenin. Il film ha ottenuto 4 nomination agli oscar(tra cui quella come miglior musica per i brani composti dall’italiano Dario Maranelli) ma si è portato a casa solo il premio per i migliori costumi.
Non è il primo adattamento cinematografico del romanzo di Tolstoj, sono almeno quattro le versioni precedenti tra cui il più celebre è quello del 1935 con Greta Garbo. Questo però è veramente innovativo e originale. Wright trasforma il set cinematografico in un palco teatrale realizzando uno spettacolo dentro lo spettacolo che ricorda l’inizio del “Mouline Rouge” di Baz Lhurman. Gli ambienti e le scenografie sembrano di cartone, geniali inquadrature trasformano trenini giocattolo a vapore in veri treni con passeggeri e i personaggi si muovono lentamente come marionette appese a un filo. Viene inscenata la metafora della vita come teatro in cui tutti recitano una parte e sono vittime di un beffardo e crudele burattinaio.
Ogni particolare è ben studiato e significativo, Anna e il conte Vronskij vivono una relazione adultera e peccaminosa agli occhi della società ma in molte scene in cui sono insieme da soli indossano abiti bianchi, simbolo di purezza e candore. Un paradosso che rappresenta il divario della loro passionale relazione privata in cui i due si sentono come una coppia a tutti gli effetti rispetto a quella pubblica illegittima.
Valzer, canzoni tradizionali russe e nenie di carillon fanno da sottofondo musicale della vicenda.
I ritmi lenti delle scene sono scanditi da continui viaggi in vaporosi treni ghiacciati, simbolo importante di un triste presagio.
L’ardente fuoco di una passione travolgente nata nel gelido e innevato inverno russo, un amore logorante e malato che porta a pazzia e disperazione. Una tragedia Russa, amore e morte, Eros e Thanatos guidano il destino di Anna Karenina e del conte Wronskij nel loro ultimo drammatico ballo.
LES MISERABLES
Un vero musical struggente e coinvolgente con interpretazioni da oscar
Per tutti quelli che non vogliono perdersi un capolavoro unico e commuovente
Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo pubblicato nel 1862. Narra la storia di Jean Valjean, un prigioniero condannato ai lavori forzati per aver rubato un pezzo di pane per il nipote affamato. Liberato in seguito a un’amnistia, prova a rifarsi una vita, cerca di redimersi ma il commissario Javier, il secondino della prigione, continua a dargli la caccia ossessionato dall’idea che un ladro non possa essere libero. Jean Valjean diventa sindaco e imprenditore, salva Fantine una ragazza madre, dalla prigione e prima che lei muoia, le promette di proteggere Cosette, la sua bambina. L’uomo cresce la piccola come una figlia, gli anni passano, Javier rincorre Jean Valjean come il gatto con il topo e la rivoluzione francese è alle porte.
La scelta di Tom Hooper, il regista, di portare in scena "les miserables" è stata piuttosto azzardata dato le innumerevoli versioni di musical teatrali e cinematografiche già realizzate ma è riuscito a creare un’opera spettacolare e unica che risplende di luce propria e offusca tutti i precedenti.
Ha ottenuto 8 nomination agli imminenti oscar tra cui miglior film, miglior attrice non protagonista (Anne Hathaway), miglior attore protagonista (Hugh Jackman), miglior canzone (“Suddenly”).
L’opera è interamente cantata e il cast è stato scelto con molta cura guardando anche le precedenti esperienze musicali ( per esempio Cosette adulta è Amanda Seyfeld già vista in “Mamma mia “).
La particolarità di questa pellicola è che gli interpeti cantano e recitano davanti alla macchina da presa dal vivo, mentre in quasi tutti i musical le canzoni son preregistrate e gli attori si limitano al playback. Gli attori del cast hanno dimostrato di avere un grande talento e di essere artisti completi, dei veri “animali da palcoscenico” capaci di immedesimarsi nei personaggi e trasmettere con la loro energica voce il dramma e il pathos protagonista del triste romanzo.
L’interpretazione di Anne Hathaway di “I dream a dream”,( il pezzo più famoso e ricordato degli spettacoli di Broadway) le ha fatto conquistare la nomination nonostante il suo sia un ruolo minore. Per questa parte è dimagrita 11 chili e la sua recitazione è talmente realistica che ogni parte del corpo, ogni muscolo,persino l’espressione del viso sembrano tese a esprimere la rabbia e la disperazione della sua triste canzone.
Anche Hugh Jackman (Jean Valjean) dà prova di grande bravura e resistenza; i suoi pezzi cantati vengono proposti ininterrottamente durante le quasi 3 ore del film.
L’unico che non brilla come tenore è Russel Crowe (Javier), il suo vocione non troppo intonato stride nell’armonico coro che fa da sfondo.
Un musical struggente e coinvolgente, i miserabili intonano il loro malinconico canto pieno di speranza e amore.
Un capolavoro unico e commuovente di realismo e sentimento.
THE IMPOSSIBLE
La storia vera di una famiglia vittima dello tsunami del 2004
Per tutti quelli che vogliono vedere un racconto reale e fedele del disastro
Henry, Maria e i loro tre figli decidono di passare le vacanze di natale in uno splendido resort in Thailandia. La mattina del 26 uno tsunami di proporzioni spaventose travolge e distrugge completamente il complesso turistico. La famiglia viene divisa: Maria rimane ferita gravemente in seguito al violento impatto, viene trovata dal figlio maggiore Lucas che la aiuta a cercare soccorsi. Henry è riuscito a salvare i due figli piccoli ma è stato allontanato dalla moglie e da Lucas; deciso a ritrovarli, l’uomo non si dà pace e comincia la ricerca.
Il film è tratto da una storia vera, per rendere le scene il più fedeli possibili i protagonisti hanno realmente incontrato e ascoltato la testimonianza di Henry e Maria e il regista, Bayona, ha voluto girarlo in Thailandia, proprio nei luoghi del disastro.
La pellicola è angosciante e drammatica, le scene in cui è ripreso il muro d’acqua che travolge ogni cosa sono da brivido, il pathos e il coinvolgimento è amplificato dalla consapevolezza che non è un banale invenzione catastrofica ma un episodio reale che è costato la vita a trecentomila persone.
Naomi Watts veste i panni di Maria e per questa parte si è guadagnata la candidatura agli oscar come miglior attrice protagonista. Interpretare un ruolo così drammatico e emotivo non è semplice ma l’attrice riesce a trasmettere in modo veritiero la disperazione, il dolore fisico per le ferite, l’affetto di una madre per i figli.
Le scene principali sono state girate in una grande piscina e con una macchina delle onde venivano mossi gli oggetti, gli attori continuavano a immergersi e riemergere per rendere al meglio l’effetto del muro di acqua e fango.
Una commuovente storia di vita vera,un reportage reale e fedele di una delle più spaventose catastrofi naturali, una bomba d’acqua che nel 2004 ha travolto e ucciso migliaia di vittime, la cronaca di un disastro raccontato da chi lo ha vissuto.
Bayona ha scelto come titolo “impossibile” proprio per sottolineare la gravità della tragedia e la vicenda incredibile, che sembra quasi impossibile, appunto, della famiglia Alvares- Belon che è riuscita a ritrovarsi in uno tsunami. L’esperienza toccante, l’amore e la forza di chi ce l’ha fatta a riemergere da un' ondata spaventosa di morte, terrore e disperazione.
LINCOLN
Un meticoloso ritratto del presidente americano che ha cambiato la storia
Per tutti quelli che vogliono saperne di più sul sedicesimo presidente degli Stati Uniti
Il film parla della battaglia di Abramo Lincoln , durante la guerra civile, per l’approvazione del tredicesimo emendamento sull’abolizione della schiavitù, nei suoi ultimi quattro mesi di vita.
La lotta per la liberazione degli schiavi neri in America è un argomento molto sentito dagli Statunitensi, soprattutto ora che è in carica un presidente di colore.
Il film è stato accolto con grande entusiasmo dagli americani; ha ottenuto 12 nomination agli oscar e concorre al titolo più ambito: quello di miglior film.
Spielberg ha impiegato cinque anni per realizzare Lincoln. Il regista premio oscar ha fatto indagini meticolose sul personaggio. Si è recato all’archivio di Lincoln a Springfield in Illinois: qui sono custoditi alcuni degli effetti personali del presidente tra cui anche l’iconico cappello a cilindro.
Tanta fatica stava per andare sprecata perché l’attore scelto da Spielberg, Daniel Day Lewis
( candidato agli oscar come miglior attore protagonista), all’inizio ha rifiutato l’offerta ma fortunatamente, l’amico Di Caprio l’ha convinto a cambiare idea.
Il risultato è una pellicola politica con dialoghi lunghi e intensi tutta incentrata sul protagonista.
Il ritmo è molto lento, forse troppo, la colonna sonora non è niente di speciale: un ritmo ripetitivo e banale già sentito. Nonostante questo, ha sicuramente la stoffa per meritarsi la tanto ambita statuetta dorata. L’interpretazione e l’immedesimazione degli attori nei loro personaggi è perfetta. Daniel Day Lewis (interpreta Lincoln) riesce a rendere onore al grande personaggio storico con maestria e abilità attraverso lo sguardo apparentemente assente, la postura inarcata a causa dell’altezza e dell’età, il tono di voce flebile e le battute sagaci raccontate nei momenti meno opportuni. L’attenzione ai particolari permette allo spettatore di fare un viaggio nel tempo e conoscere aspetti sconosciuti ai più di Abramo Lincoln.
Degna di nota è anche l’interpretazione di Sally Field (la moglie di Lincoln) candidata come miglior attrice non protagonista. Una first lady combattiva, resa fragile e instabile dalla morte di uno dei tre figli che manifesta con prepotenza le sue emozioni contrapponendosi al comportamento pacato e composto del marito che soffoca i suoi dolori per rivestire l’ importante ruolo politico. Una fotografia di una coppia che compensa a vicenda le proprie debolezze.
Un meticoloso ritratto del presidente americano che ha cambiato la storia, un’immagine accurata di un grande uomo che meritava un degno omaggio cinematografico.
DJANGO UNCHAINED
Un western Tarantiniano
Per tutti quelli che al cinema vogliono provare emozioni forti e non annoiarsi.
Django è uno schiavo di colore, viene liberato dal Dott. Schulze, un tedesco cacciatore di taglie. Schulze insegna il mestiere a Django e si fa aiutare a scovare dei malviventi che cercava da tempo. In cambio il dottore tedesco gli promette di dargli una mano a liberare la moglie Broomhilda, serva del crudele Mr. Candie.
Primo film del genere “spaghetti western” per Tarantino; l’esperimento è riuscito con grande successo visto che ha avuto 5 nomination agli oscar 2013 di cui una come miglior sceneggiatura.
Il regista ha sempre dichiarato di essere un appassionato del genere western italiano e per questa pellicola ha scelto di prendere liberamente spunto da” Django” di Corbucci: pellicola del 1966 con Franco Nero, caratterizzata dalle scene molto cruente, che ebbe un grande successo soprattutto in Germania.
Del vecchio Django Quentin ha mantenuto la canzone dei titoli di testa (Luis Enriquez Bacalov “Django”) e ne ha tratto idee per qualche scena ma la storia è completamente diversa.
Il tema trattato è quello dello schiavismo nero in America prima della guerra civile: argomento caro agli Statunitensi che sono molto legati alla “breve” storia del loro popolo.
Nel cast vi è anche un' apparizione di Franco Nero (che aveva impersonato il “Django” degli anni 60).
Nel film non mancano scene di violenza estrema e cruente sdrammatizzate in modo ironico e quasi ridicolo come solo il regista di “Pulp Ficiton” sa fare.
Il ritmo è avvincente, un susseguirsi di colpi di scena,primi piani d’effetto alla Sergio Leone e tagliente sarcasmo.
La colonna sonora è stata sapientemente studiata per rendere al meglio “Il pathos “ di ogni scena, grazie anche al contributo del grande Ennio Morricone, il re indiscusso dei soundtrack: pezzi rap e contemporanei si mischiano a ritmi western in modo geniale.
Ogni personaggio, anche quelli secondari, ha una sua peculiarità e importante espressività. Primo fra tutti il cattivo e inquietante Stephen (Sam Jackson), il braccio destro di Candie (Di Caprio).Uno zoppicante, grottesco e fastidioso vecchio servitore di colore, una figura antagonista chiave della vicenda.Bravo anche Di Caprio nella parte del cattivo e presuntuoso Calvin Cadle.
Il sagace e divertente Dott. Schulze è interpretato dal tedesco Christopher Waltz (il colonnello Hans Lanza di Bastardi senza Gloria) che per la sua brillante recitazione si è guadagnato una nomination come miglior attore non protagonista.
Uno spettacolo mozzafiato che tiene gli spettatori incollati allo schermo.Un western” Tarantiniano “, un film unico nel suo genere, per la prima volta un cowboy nero attraversa a cavallo i paesaggi polverosi del west. Desiderio di libertà , amore, odio, vendetta: sentimenti forti in un lago di sangue e ironia. Da vedere.
FRANKWENIEE
Un dark movie animalista
Per tutti gli amanti di Frankestein e degli animali
Victor è un ragazzino solitario e appassionato di scienza che vive in una piccola città, l’unico amico che ha è il suo cane Sparky. Un giorno Sparky viene investito da un auto.Victor soffre per la morte del fedele compagno e non si vuole rassegnare, disseppellisce il cane e tenta di riportarlo in vita attraverso un esperimento a cui ha assistito a scuola. Il tentativo riesce ma ora deve cercare di nascondere Sparky e l’impresa non sarà facile.
Il cartoon è candidato all’oscar come miglior film d’animazione e questa è una grande soddisfazione per il regista che tiene molto a questo lavoro.Già nel 1984 Tim Burton aveva prodotto per la Disney (allora lavorava come disegnatore) un cortometraggio omonimo ma i tempi non erano ancora maturi per questo genere di animazione; il corto non era stato apprezzato dalla casa di produzione che lo classificò PG (Parental Guidance , minori accompagnati dai genitori). Finalmente nel 2012 Tim è riuscito a realizzare questo film che è un lungometraggio animato del precedente dell'84 realizzato con la tecnica “stop motion”.
L’ambientazione dark è la stessa della “sposa cadavere” e di “Nightmare before Christmas” ma questo cartoon è più angosciante, e personale dei precedenti. Il regista, infatti, ha dichiarato più volte nelle interviste di essere stato un bambino solitario, strano e amante degli animali; all’inizio del film quando Victor presenta ai genitori un film amatoriale con Sparky come attore ,si può immaginare di vedere nel pallido e malinconico viso del protagonista Tim da piccolo
Burton reinventa Frankestein, il classico di Mary Shelly, a modo suo, mescolando i ricordi della sua infanzia ai film horror che lo hanno appassionato: così abbiamo, per esempio, un dottor Frankestein bambino, una barboncina con la stessa capigliatura di Elsa Lanchester in “la moglie di Frankestein”e tartarughine che si trasformano in mostri simili a Godzilla. Il fine non è ottenere un remake ma un’opera nuova, come lo stesso titolo “Frankweniee” indica: un nome nuovo coniato ad hoc.
La colonna sonora è molto tetra e ripetitiva senza alcun accenno a ritornelli o cori che sdrammatizzino la a macabra atmosfera.
Un dark movie che dà qualche spunto di riflessione sulla morte con una grande attenzione al tema degli animali da compagnia. Per Victor, infatti, l’esperimento su Sparky non è una semplice prova su una cavia da laboratorio ma il tentativo disperato di riportare in vita un amico. Un’atmofera burtoniana tetra e spaventosa per raccontare l’amore di un bambino per il suo cane che va oltre la morte.
QUELLO CHE SO SULL’AMORE
Per tutti quelli che credono nelle seconde occasioni
George Dryer è un ex calciatore e un ex marito donnaiolo e immaturo che ha commesso tanti errori ma vuole rimediare, tenta la carriera da cronista sportivo e si trasferisce vicino a Lewis, il figlio che vive con la madre e con il suo compagno. George tenta di rigare dritto, di riconquistare l’affetto della ex moglie e del bambino, comincia ad allenare la squadra di calcio locale dei piccoli in cui gioca anche Lewis ma l’affascinante mister viene messo in difficoltà dalle avances insistenti dalle madri single divorziate che sono attratte da lui.
La prima commedia romantica per Gabriele Muccino; il regista cerca di conquistare ancora il cinema americano dopo il grande successo della “Ricerca della felicità” ma negli Usa non è stato accolto con grande entusiasmo. Il cast è composto da nomi noti: Gerard Butler (il protagonista), Jessica Biel (ex moglie), Catherine Zeta Jones, Uma Thurman…
Il film non è niente di straordinario: una commedia tipica americana ma senza volgarità e con sprazzi di battute spiritose che alleggeriscono la storia delicata al centro della vicenda: il difficile rapporto tra genitori separati e figli, un tema, purtroppo, molto attuale.
Gerdard Butler segna un gol per la sua interpretazione; l’immagine di padre single che cerca goffamente di rimettere insieme i pezzi della sua vita è commovente e a tratti, divertente.
Il tenero ritratto di un amore combattuto tra padre e figlio, un film sulle seconde occasioni con aforismi sul calcio.
Una pellicola per romantici, forse un po’ troppo melensa, 100 minuti di calcio, situazioni equivoche e amore.
"LO HOBBIT UN VIAGGIO INASPETTATO"
un fantastico e avventuroso ritorno nella terra di mezzo
Per tutti gli appassionati che hanno nostalgia del Signore degli Anelli
Il film ci riporta nella terra di mezzo sessant’anni prima delle avventure di Frodo e i suoi compagni, racconta la storia di Bilbo Baggins, hobbit tranquillo e prudente, che vive nella ridente Hobville (ricostruita a Matamata, Nuova Zelanda), egli ama la sua terra e non è interessato a vedere il mondo.
La sua pace viene interrotta dalla visita di Gandalf il grigio; lo stregone lo invita a partire per un’avventura con tredici nani capeggiati da Thorin Scudodiquercia, nipote di Thror. I nani vogliono riconquistare il loro vecchio regno, Ererbor e scacciare l’usurpatore, il perfido drago Smaug e l’hobbit potrebbe aiutarli come “ scassinatore” a entrare nell’antro di Smaug.
Bilbo, all’inizio titubante e incerto, alla fine decide di prendere parte all’impresa.
Peter Jackson, finalmente, riesce a portare in scena il prequel di “the Lord of the rings” tratto dal romanzo di Tolkien “Lo hobbit”; già perché il” making of “ di questo film non è stato semplice,è dal 1995 che il regista neozelandese ha in mente di portare “Lo hobbit” sul grande schermo . Nel 2007, dopo il grande successo della trilogia dell’anello, si dà il via al progetto e dopo un breve periodo in cui la regia passa a Guillermo del Toro e la casa di produzione MGM rischia il fallimento, Jackson riesce, infine, a prendere in mano la situazione e a portare a termine il progetto.
Il film è stato girato in 3d a 48fps, invece che 24 fps; questa tecnica innovativa permette di vedere immagini più realistiche, il risultato è veramente d’effetto.
Ritroviamo alcuni personaggi già noti per chi ha visto “Il signore degli anelli”: come, per esempio, Gandalf , la dama elfica Galadriel, il re di Gran burrone Elrond, Saruman e Gollum.,.,.“Lo hobbit un viaggio inaspettato” è, però, più semplice e meno epico: alleggerito da diverse scene e battute che strappano qualche risata e dalla prevalenza di paesaggi bucolici e rassicuranti non riesce a reggere il confronto con la maestosità delle scene di guerra e “il pathos” della precedente trilogia.
Nonostante l’inizio sia un po’ lento e noioso, nella seconda parte inizia l’azione vera e propria con scene avvincenti e effetti speciali studiati per il 3d.
Questo è solo il primo episodio, la vicenda del libro è stata, infatti, divisa in tre , l’uscita delle altre due parti è prevista con cadenza annuale (2014 “la desolazione di smaug”, 2015 “andata e ritorno”). Questa soluzione risulta essere un po’ macchinosa e inadatta al testo dello “Hobbit” (non diviso in libri come “il signore degli anelli” e decisamente più breve di quest’ultimo) per riuscire a trarne tre uscite cinematografiche Jackson ha preso spunto da altri testi di Tolkien, arricchendo il libro originale di aneddoti.
Pellicola che rispetta lo stile “fantasy” proiettando lo spettatore in un “viaggio inaspettato” tra elfi, nani, orchi, troll e hobbit.
Un fantastico e avventuroso ritorno nella terra di mezzo.
GRANDI SPERANZE
Da vedere se siete degli amanti dei romanzi classici e di Dickens.
Il film,tratto dall'omonimo romanzo di Dickens, narra la vicenda di Pip,un bambino orfano che vive in campagna con la sorella più grande e il marito di lei:Joe,un fabbro, molto affezionato al ragazzo. Un giorno il giovane incontra un evaso che sfama e aiuta a nascondersi ma questo sarà poi, comunque, arrestato dalle guardie.Il giovane Pip viene, in seguito, convocato nella villa decaduta della signorina Havisham; una malinconica e stramba dama che vive chiusa in una stanza al buio con indosso un vecchio e logoro vestito da sposa.La donna, lasciata dal marito il giorno delle nozze, sembra voler fermare il tempo e incapace di essere felice, si diletta a vedere giocare Pip con Estella, una bambina adottata e educata da lei. Il bambino si innamora a prima vista di Estella ma lei non lo considera a causa delle sue umili origini. Pip, ormai diventato uomo, riceverà un enorme fortuna da un anonimo benefattore che ripone in lui "grandi speranze",questo gli permetterà di andare a Londra per diventare un gentiluomo. Qui rivedrà Estella e scoprirà finalemente l'identità del suo generoso protettore.
Pellicola in costume con un ritmo avvincente e ricca di colpi di scena.
Il regista Mike Newell ha voluto nel suo cast attori con cui aveva già lavorato in Harry Potter come Ralph Finnes qui nei panni di un carcerato evaso(alias voldemort) e Holliday Granger qui tutore di Pip (alias Agrid).
L’interpretazione migliore è quella di Helena Bonham Carter che impersona la macabra signora Havisham. E' il personaggio chiave della storia: la donna è inquietante e misteriosa, vive nascosta al buio come un fantasma , una perfetta “sposa cadavere” che ricorda la protagonista di un film d’animazione del marito, il grande regista Tim Burton.
Un film classico fedele alla storia con dialoghi un po' gelidi e priva di humor.
Da vedere se siete degli amanti dei romanzi classici e di Dickens.
Dickens quest'anno ci perseguita...E' il bicentenario della nascita e mio figlio l'ha scelto come punto di partenza per la tesina dell'esame di terza media...il libro non l'ho letto, ma mi incuriosisce...ciao.
RispondiEliminaChiara
scusa il ritardo! Nemmeno io l'ho letto ma mi piacerebbe secondo me merita anche se è veramente dai tempi della scuola che non leggo qualcosa di Dickens. Il migliore però per me, rimane il canto di natale. A presto e complimenti per il lavoro che state facendo con il vostro blog! ciao
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